AIELLO CALABRO – Sta facendo discutere non poco il restauro della statua della Madonna delle Grazie, riconsegnata alla comunità qualche giorno fa.
L'intervento di restyling – iniziato a fine marzo scorso - pare non piacere molto ai fedeli. Non piace il colore delle vesti, né l'incarnato. In tanti dicono che ora abbia un viso spento e triste. I più prudenti, però, prima di esprimersi, aspetteranno il resoconto fotografico e la relazione tecnica degli interventi eseguiti dal restauratore che non siamo in grado di dire chi sia, poiché mai comunicato ufficialmente.
Eppure, questo evento, peraltro assai commentato sui social, offre alcuni elementi interessanti per alimentare la discussione e per cercare di capire di più sull'opera sacra. Per esempio, le date venute fuori dal restauro, alla base della statua, indicano che la scultura lignea non è, come si credeva sinora, opera della bottega Stuflesser di Ortisei, dei primi del '900.
Importanti indicazioni sono emerse attualmente: le scritte sul davanti ci dicono che è stata commissionata, appena dopo il decennio francese, da G. Pedatella (al nome segue F.F., fece fare?), all'epoca forse guardiano del convento degli Osservanti, nel 1815, esattamente due secoli fa; e che ha subito un altro restauro nel 1895, a cura di Luigi Pedatella. Sul lato destro, invece, è riportato “L° G° Pedatella F.F.” Ma l'anno è mancante della terza cifra, e la sensazione è che sia un 1848. Inoltre, in basso si legge “..La Guard A del P..° di Cerisa”. Queste sono le frammentarie informazioni, che agli occhi dei conoscitori della storia dell'arte potrebbero essere illuminanti, e consentire – magari con il ritrovamento di documenti coevi - di fare ipotesi circa l'autore dell'opera.
C'è ancora un aspetto che va evidenziato. I colori delle vesti, che ora appaiono così diversi da quelli a cui eravamo abituati, ci ricordano molto quelli della pala d'altare, raffigurante la Vergine, a firma di Raffaele Aloisio, dipinta nel 1854 e allocata nella stessa Cappella Cybo, dove è custodita Nostra Signora delle Grazie. Non è improbabile che l'artista aiellese (1800 – 1888?) si sia ispirato proprio alla statua del 1815. Vedremo nei prossimi giorni se ci saranno novità.
Intanto, il 23 giugno scorso è iniziato come ogni anno il novenario che precede i festeggiamenti solenni dell'uno e due luglio. Le funzioni religiose si svolgono il mattino alle 6, e il pomeriggio alle 18, nella chiesa di San Francesco dell’ex Convento degli Osservanti, luogo di ritrovo per i fedeli di Ajello e degli altri paesi vicini, e di devozione intensa e antica, che risale agli ultimi decenni del XV secolo.
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Era stato annunciato che venerdì 26 giugno sarebbe stato presente il restauratore per spiegare l'intervento di restauro alla comunità. Ma poi l'incontro con i cittadini è stato rinviato a dopo la festa. Corre voce, però, che venerdì il restauratore sia venuto lo stesso ad Aiello, dicono per fare dei ritocchi al viso della Madonna, e alla presenza di pochi.
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