Ad Alessandro Manzoni, una poesia di Franco Pedatella per il centocinquantesimo anniversario della morte
Caro Alessandro, stan tentando ancora di toglierti dai banchi della scuola, dicendo che quel tuo grande romanzo e il tuo Napoleon che vince e muore, esempi di pietosa man divina che tutto regge e i deboli protegge e i forti atterra e affanna e poi consola, non interessan le generazioni di giovani che col telefonino, con il computer e la leggerezza del lor pensare e del fantasticare crédon di dominar lor vita e il mondo. Maestro fosti di realismo sano, coi forti che soccombono e si fanno artefici di aiuto a chi han pestato, tranne l’irriducibil malfattore, e i deboli ognór perseguitati e infine a dignità restituiti. Perciò ai giovani hai da dire ancora ov’è giustizia, ov’è decoro d’uomo. Non nobili, non re, non cavalieri protagonisti son del tuo romanzo, ma due giovani umíli popolani, vittime del mal fare dei potenti. Il loro fare, il lor lottare e dire ai giovani dimostra che lor vita sfugge al destino altrove stabilito e artefice fa l’uom del suo avvenire. Il tutto avviene sotto l’occ...