di Gianfranco Posa - Fonte Blog Comitato De Grazia Amantea
AMANTEA - Ormai manca poco meno di una settimana all’inizio dei lavori di carotaggio nel fiume Oliva. La data prevista dalla procura di Paola è il 19 aprile.
Vari problemi tecnici hanno ritardato l’inizio dei lavori previsti per gli inizi di febbraio. Il maltempo ha condizionato il lavoro dei tecnici e problemi burocratici hanno fatto slittare ulteriormente i tempi di azione, come il ritardo nella consegna dei risultati di alcune indagini preliminari.
Non tutto il male però viene per nuocere, infatti lo slittamento dei tempi ha permesso agli inquirenti di approfondire i lavori preventivi di indagine riuscendo ad individuare almeno altre due siti sospetti sui cui verranno effettuati i carotaggi.
Ma cosa è stato fatto da ottobre fino ad oggi?
Nei primi giorni di novembre è iniziato il piano di caratterizzazione eseguito dal Ministero dell’Ambiente attraverso l’ISPRA. Il Piano di Caratterizzazione rappresenta l’insieme delle attività di indagine utili a definire lo stato reale della contaminazione. La procedura si attiva quando i valori di concentrazione di alcune sostanze superano i valori limite, definita “soglia di contaminazione”. Si è proceduto alla ricostruzione storica delle attività produttive svolte sul sito addivenendo alla definizione ambientale del suolo, del sottosuolo e delle acque. A queste attività hanno partecipato a vario titolo l’Arpacal, l’Arpa Piemonte, l’Arpa Lombardia e varie università.
Sono state effettuate delle indagini radiometriche superficiali sul suolo e indagini geofisiche per capire quali sostanze si nascondessero nel terreno esaminato e quindi decidere quali erano i punti precisi dove andare ad effettuare i carotaggi, ovvero l’asportazione di campioni di terreno.
Contestualmente il Corpo Forestale dello Stato, che collabora nelle indagini, ha controllato a tappeto tutto il bacino idrografico del torrente Oliva con un magnetometro per verificare l’eventuale presenza di materiale ferroso nel sottosuolo, alla ricerca di eventuali fusti metallici. E’ stato utilizzato un elicottero della forestale per rilievi termici, ovvero per controllare la temperatura del suolo per verificare se ci fossero delle anomalie come quelle riscontrate nella cava “radioattiva”. Sono stati effettuati anche dei rilievi sul tracciato stradale che costeggia i quattro siti contaminati già individuati (briglia del fiume, località Foresta, località Carbonara, cava dismessa) in modo particolare nei pressi della galleria che permette di raggiungere dal litorale tirrenico, il comune di Aiello Calabro.
Tutte queste indagini sono necessarie per programmare le attività di carotaggio che sarà condotto da una ditta di Matera che ha vinto l’appalto indetto dal Ministero dell’ambiente.
Questa ditta si occuperà esclusivamente dei lavori di carotaggio (prelievo di terreno) e degli eventuali scavi che si renderanno necessari, ma non farà nessun tipo di analisi. I campioni di terreno prelevati durante il carotaggio saranno affidati a tre laboratori che effettueranno, in modo autonomo l’uno dall’altro, sia analisi radiometriche, che chimiche. Sugli stessi campioni di terreno anche altri istituti di ricerca universitari faranno delle analisi radiometriche. Tutti i risultati saranno inviati alle Istituzioni che lavorano sul caso: Procura di Paola, Ministero dell’Ambiente e Regione Calabria.
Anche sulla briglia (nella foto) alla cui base risulta presente un sarcofago di cemento armato pieno di mercurio ed altri metalli pesanti, non si è potuto operare fino ad oggi per l’eccessiva portata di acqua del fiume.
Ed anche se attualmente il torrente è pressoché in secca, il corso dell’acqua sarà comunque deviato per permettere ai tecnici di lavorare in tranquillità.
Fino ad oggi il meglio della tecnologia e delle professionalità pare siano state impiegate, ma fra qualche giorno la parola passerà ai tecnici di laboratorio che ci diranno, si spera in modo chiaro, univoco e veritiero, cosa si “nasconde” nel fiume Oliva.
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