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In memoria di Giuseppe (detto Peppe) Guadagnuolo

 A distanza di un po’ di tempo, riceviamo da Franco Pedatella una bella poesia dedicata all’amico fraterno Giuseppe.

Annuncio al mondo che a mancar venisti
tu, pezzo di mia vita da bambino,
di qualche anno a me più piccolino,
cresciuto insieme a me qual fratellino.

Quando nascesti bimbo sorridente,
ti diè mamma Carmela il latte sano
che avèa bevuto anch’io con tuo fratello
Nicola, sí che fummo una famiglia.

Ti diè coraggio e forza, amore e ardore
Mariu Surdatu, il padre tanto amato,
picciol di corpo, ma di cuore forte,
che di te fece un uom compiuto e ardito.

Eri da bimbo lento ad obbedire,
perciò talór tua madre s’arrabbiava,
ma tutto poi tornava come prima,
come il buon cuore tuo ben meritava.

Da me imparasti un poco di latino
per far la Scuola Media con onore
ed affrontar poi studi superiori
che vita avrebber fatto meno amara.

Di Alfredo Aloisio a scuola fosti
compagno e gareggiavi a primeggiare
nell’arrivare insiem su a quelle scale
che ti portavan nella Scuola Media;

ma dopo quella corsa ti piaceva
con lüi affacciarti alla finestra
ed ambedue star fermi ad aspettare
gli altri, poi in classe entrare ad imparare.

Quando fu l’ora di cercar lavoro,
nell’Arma entrasti dei Carabinieri.
Mettesti la divisa con l’orgoglio
di tutelar d’ogni uom la sicurezza

e fosti in prima fila nei momenti
piú tragici di storia nazionale,
che l’opinione pubblica divisero
e minacciâro l’unità ideale:

la strage alla stazione di Bologna,
il vile attentato nella Banca
della Agricoltura a Milano,
le tante sparse manifestazioni

per Reggio Capoluogo di Regione.
Viaggiavo in quel frangente io a Messina,
per far gli esami universitari:
il treno rallentava, poi fermava.

Tra quei che vigilavano tu eri.
Noi, ch’eravamo in treno, di saltare
in aria temevam per qualche bomba,
apposta tra i binari sistemata

per far la strage e il caso sollevare,
per far di Reggio Sede di Consiglio
e di Governator della Calabria
con la violenza e il diktat della mafia.

Per la lealtà del tuo servizio reso
nelle Stazioni sparse nel Paese
da nord a sud, nei Centri cittadini,
facesti onorevole carriera,

prestando con onore il tuo servizio,
da promozion passando a promozione,
ed alla fine fosti Maresciallo
Maggiore in Arma dei Carabinieri.

Tua moglie Rina avevi con amore
portato ad Aiello qui in famiglia.
Ne avesti in dono, frutto del suo amore,
Francesco, Salvatór, Maria Carmela,

che or, rimasti senza il padre amato,
conservano il ricordo del tuo amore
e portano, nel cuor, del genitore
l’animo, il carattere e l’ardore.

Dolori sparsi in corpo, un tempo sano,
tregua non dièro a te per lunghi anni;
ébbero infin ragion di tua salute
e féro forte il mal che ti rodeva.

Cedesti infine al duòl che le tue forze
piegò e pe‘ i sentieri solitari
andasti, che or ti portano all’eterno,
e noi qui lasci, angelo sereno.

Dolore tra gli amici, i familiari,
i conoscenti lascia tua scomparsa;
nell’Arma un vuoto dopo tanto impegno
speso in nome dei Carabinieri.

Aiello Calabro, 29 agosto 2025
Franco Pedatella

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