La Santa Lucia del pittore Aiellese Raffaele Aloisio (clicca sul link per il profilo completo), Cattedrale dell’Acheropita, Rossano (Cs), 1836.
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Santa Lucia ad Aiello Calabro
Il 13 dicembre il calendario ricorda Santa Lucia. Una festa che rappresenta ancora oggi una porta che si apre verso le festività natalizie, mentre una volta, per il mondo contadino, rappresentava l’ultima occasione, che conserva ancora adesso un antico sapore, per fare le provviste in occasione della tradizionale fiera, prima del lungo inverno.
Il culto
L’aspetto più eminentemente religioso, invece, si svolgeva in San Giuliano, dove si venerava la protettrice della vista (in questi giorni la luce solare è al minimo per la brevità dei giorni) ed alla quale era dedicato un altare sulla navata sinistra. Ai nostri giorni, le funzioni religiose sono celebrate in S. Maria Maggiore.
La santa, appartenente ad una famiglia aristocratica siracusana, sotto Diocleziano, nel 304, subisce il martirio per ordine del governatore Pascasio. Altre fonti ricordano il rifiuto della giovine di sposare un tribuno romano, il quale la punì facendole cavare i bellissimi occhi, o secondo altre, fu proprio lei a cavarseli e mandarglieli, riponendoli in un piattino, dato che il tribuno ne era rimasto affascinato.
La fiera di una volta
Ad Aiello, anche se attualmente si svolge in piazza santa Maria (vedasi locandina a fianco) dove acquistare gli ultimi addobbi per l’albero o il presepe, i “mustazzuoli” di Soriano o il novellame di Amantea, una volta la fiera era tutta concentrata a Piazza del Popolo, meglio conosciuta come “a Praca” (dal greco roccia), un quartiere allora preminentemente commerciale, piena all’inverosimile di “ferari”. Per ben 5 giorni, Aiello era come un grande mercato dove si smerciavano biancheria, ferramenta, animali. Fra le merci vendute, come annota in un libro del 1985 l’antropologo Giovanni Sole, risultano per il 1848: 900 pecore ed altri animali e 10 botti di vino tracannato dagli avventori che si recavano in paese.
I giorni contati
Ma al culto della Santa si innestano anche credenze popolari. Quella che trae origine dal sapere contadino – comune ad Aiello come in tutti i paesi calabresi -, vuole che a partire dal 13 dicembre, per prevedere il tempo meteorologico dei vari mesi dell’anno seguente, si cominciasse a contare i giorni che mancavano per Natale. Per cui il 14 era gennaio, il 15 febbraio e così via fino al 25 riferito a dicembre. Si era convinti che le stesse condizioni di tempo registrate nei “giorni contati” si sarebbero ripetute nei mesi corrispondenti.
Un dubbio mi assale... sapevo che i "giorni contati" partissero dal 13 dicembre, giorno di S. Lucia, ovvero il 13 era gennaio, il 14 febbraio ecc. Ma leggevo un articolo sulla tradizione a Rossano in cui si dice che si comincia a contare dal 14 (che è gennaio), il 15 febbraio ecc, e il 25 è dicembre... Fatemi sapere cosa sapete, e se il caso se potete chiedere a qualche anziano, magari contadino... grazie e saluti a tutti
RispondiEliminaSanta Lucia (filastrocca popolare)
RispondiEliminaSanta Lucia ppe’ supra lu mare jìe
ne s’abbagnave, ne s’affundìe,
pùorfici d’oru ‘n manu tenìe
pannu de sita tagliave e cusìe.
Nuostru Segnure passave ppe’ via
“Chi d’hai Lucia ca chiangi?”
“Chiangiu ca tiegnu a mamma cu l’uocchi malati”.
“Va’ all’uortu mio,
coglia finuocchi,
vulali all’uocchi,
s’è ugna ‘mpugne,
s’è macula spreje,
s’è russu s’arrasse,
s’è jancu passe
e dicele n’un ce venire cchiù
ppe’ l’amure de Gesù”.