La villetta comunale di via Aricella (dal 2005 un tratto si chiama via Giovanni Solimena) sarà intitolata agli “Aiellesi nel Mondo”.
“L’amministrazione comunale – è scritto nella delibera di Consiglio Comunale n° 30 del 29 aprile 2024 – vuole fortemente che questo luogo di comune frequenza venga dedicato agli: “Aiellesi nel mondo”, a coloro che hanno subito nel corso degli anni il dramma dell’emigrazione. Tanta gente è sfuggita letteralmente alla fame prendendo la valigia per andare a trovare fortuna e miglior vita in posti economicamente più forti”.
Il Comune di Aiello nei mesi scorsi aveva presentato un progetto chiamato “Scoprirsi Aiellesi” “che ha il fine – prendiamo le motivazioni sempre dalla delibera citata – di preservare e potenziare la cultura calabrese locale e di promuovere attività culturali partendo dalla valorizzazione del territorio e della comunità e che mira ad incentivare il ritorno degli aiellesi nel mondo attraverso attività volte alla riscoperta della terra natia al fine di riallacciare e rafforzare i legami tra questi e il nostro Paese, e che, infine gli aiellesi nel mondo con la loro costante e quotidiana opera hanno mantenuto alto il nome del nostro Paese nel mondo dandogli lustro e che è pertanto doveroso dedicare loro uno spazio del paese come riconoscenza per il contributo e per il legame che anche da lontano non hanno fatto mai mancare”.
Il Comune di Aiello nei mesi scorsi aveva presentato un progetto chiamato “Scoprirsi Aiellesi” “che ha il fine – prendiamo le motivazioni sempre dalla delibera citata – di preservare e potenziare la cultura calabrese locale e di promuovere attività culturali partendo dalla valorizzazione del territorio e della comunità e che mira ad incentivare il ritorno degli aiellesi nel mondo attraverso attività volte alla riscoperta della terra natia al fine di riallacciare e rafforzare i legami tra questi e il nostro Paese, e che, infine gli aiellesi nel mondo con la loro costante e quotidiana opera hanno mantenuto alto il nome del nostro Paese nel mondo dandogli lustro e che è pertanto doveroso dedicare loro uno spazio del paese come riconoscenza per il contributo e per il legame che anche da lontano non hanno fatto mai mancare”.
Inoltre, a questa iniziativa si deve
associare anche il fatto che il 2024 è l’anno dedicato alle Radici
Italiane nel Mondo, così come disposto dal Ministero degli Affari Esteri
e della Cooperazione Internazionale, attraverso la Direzione Generale
per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie (DGIT), al fine di
sostenere e promuove il progetto “Turismo delle Radici” quale
opportunità per valorizzare le storie di emigrazione, sacrificio e
successo degli avi degli italo-discendenti nel mondo e preservarne la
memoria.
Copiamo e incolliamo dal Blog degli Aiellesi nel Mondo, online da giugno 2007, qualche cenno su demografia ed emigrazione relativi ad Aiello Calabro.
A partire dal 1861, data in cui si realizza l’Unità italiana, il paesino conta 3.831 abitanti, come si evince dai dati del Censimento di quell’anno. Dieci anni dopo, scendono a 3.230 e nel 1881 si attestano sui 2.286. Dal 1901 sino al 1951, la popolazione cresce costantemente. Dai 3.515 dell’inizio del secolo passa ai 5.578 del 1951. Poi, la curva comincia a scendere nuovamente. Il 1961 segna 5.559; mentre nel 1971 arriva a 3.282. Scende ancora nel 1981 (2.852); per risalire di poco a 3.079 nel 1991. Nel 2001 gli abitanti erano 2.446.
Come tutti i piccoli e grandi centri soprattutto del Meridione, Aiello non è sfuggita alle grandi emigrazioni verso terre lontane in cerca di lavoro e miglior fortuna.
Tanto per dare una idea della consistenza dei flussi migratori, sappiamo che nella sola provincia di Cosenza, secondo i dati dell’Annuario statistico dell’emigrazione italiana dal 1876 al 1925, quelli che partirono per esempio nel 1905 furono circa 22 mila contro 4 mila rimpatri. Una cifra che rimane più o meno tale per tutti gli anni precedenti alla Prima Guerra Mondiale.
«Nel decennio prebellico oltre centodiecimila emigranti della provincia di Cosenza – scrive Vittorio Naccarato nel libro Le Scuole Rurali agli inizi del ‘900 (Edizioni Klipper) – non ritornano nei paesi di ori gine. Anche se non tutti si sono stabiliti definitivamente all’estero, negli Usa ed in Argentina mette radici una colonia di cosentini talmente ampia e solida, che permetterà nel dopoguerra, malgrado le drastiche restrizioni imposte dal governo statunitense, un flusso migratorio meno intenso, ma pur sempre significativo alimentato dagli atti di richiamo del capofamiglia “americano” ormai a tutti gli effetti. Diversamente l’ondata migratoria avrebbe assunto i ritmi degli anni precedenti il conflitto come dimostrano le quasi ventiduemila partenze del 1920».
Per il Circondario di Paola, citiamo ancora Naccarato, «emigra un numero di lavoratori superiore a quello della media provinciale: nel quinquennio 1901-05 partono 328 persone su 10 mila abitanti, contro i 270 dell’intera provincia. Tra i paesi di massima emigrazione nel biennio 1904-05 si trovano Amantea con 755 emigrati su 10 mila abitanti; S. Pietro con 880, Terrati con 750 e Serra con 620. Queste sono cifre da capogiro, perché sconvolgono nel volgere di pochissimi anni la vita, le abitudini e la mentalità di un buon terzo della popolazione di questi paesi, la quale stabilisce con gli USA e gli stati del Rio de la Plata rapporti molto più intensi e diretti – di natura economica, epistolari, di vivo interesse per gli avvenimenti politici – di quelli allacciati con lo Stato italiano in quaranta anni di vita unitaria».
Per quanto riguarda Aiello, facendo riferimento sempre ai dati riportati da Naccarato, registriamo un notevole flusso di emigrati. Le cifre si evincono dai dati dei diversi censimenti a partire da quello del 1861 ad arrivare a quello del 1951. Lo scarto tra la popolazione residente al momento del rilevamento e quella presente va dai meno 170 (4,4%) del 1861, a livelli più consistenti come quelli del 1911, anno in cui ben 474 Aiellesi (popolazione 4016), maschi adulti che partono da soli senza le famiglie, pari al 12% della popolazione, partono per gli Stati Uniti e l’Argentina. Non sono da meno le partenze del 1921 (313 emigrati su 4184 pari al 7,4); del 1931 (463 su 4943 pari al 9,3%); 1951 (545 su 5578 pari al 9,8%). In anni successivi, come è noto, l’emigrazione continua a spopolare il paese. Non saranno più principalmente le mete transoceaniche che gli emigrati scelgono per trovare lavoro, ma gli stati europei come Belgio, Francia e Germania; e poi le grandi città industriali del nord Italia.
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