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In memoria del compagno Alfonso Amendola, poesia di Franco Pedatella

Falce e martello hai sempre avuto al petto
e in bocca la parola comunista,
poi in buona fede hai seguito Occhetto
che avéa al partito dato altra pista;

ma il tuo ideal restava proletario,
perché piegava il dorso l’officina
ed il sudór versava l’operaio
e a zappatór la fronte stava china.

Vedéati la campagna elettorale
al fianco di Gaetano Pedatella
ed ai comizi in piazza puntuale
eri con falce e martello e stella.

Dell’Unità la Festa ti vedeva
alla raccolta pei paesi intorno
dei tavoloni che una festa attiva
chiedéa per richiamar la gente intorno.

Ed anche la cucina tu curavi
perché restasser fisse squisitezze
in gola ai tanti e bei visitatori
che a baci ringraziavan e a carezze.

Bussasti una mattina alla mia porta
e mi annunciasti: “Allende è spodestato”.
Il Cile avéa imboccato la via storta:
la dittatura militarizzata.

“Ora in sezione che dobbiamo fare?”.
“Usciam con le bandiere e i manifesti
noi che dobbiamo il popolo guidare
e i nostri cittadini teniam lesti!”.

La Lista della Tromba hai sostenuto
con forza e decisione sorprendente,
sapendo che mai nulla avresti avuto
da un sindaco che era a te parente.

Poi il gioco ti ha tenuto un po’ distante
da quell’impegno da gran militante.
La debolezza umana ne fa tante:
sveglia non manteniam talór la mente.

Or t’ha portato via cattiva sorte
in questo giorno di preparazione
a festa che nel cuor sentiamo forte:
l’Anniversario di Liberazione.

Scomparsa tua piangiam sentitamente
vecchi compagni e neosimpatizzanti.
Qual fosti portiam fisso nella mente.
Giammai cancelleremo i bei momenti.

Ti accoglie zia Rosina Pedatella,
che santa in ciel ti aspetta coi parenti,
mentre tu qui in Terra fama bella
lasci ai compagni, amici e conoscenti.

Aiello Calabro, 9 aprile 2024
Franco Pedatella

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