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Santa Lucia ad Aiello Calabro, culto, storia e tradizioni

 

Statua di S. Lucia | Foto di padre Jean Paul Mavungu, parroco di S. Maria Maggiore

Il 13 dicembre il calendario ricorda Santa Lucia. Una festa che rappresenta ancora oggi una porta che si apre verso le festività natalizie, mentre una volta, per il mondo contadino, rappresentava l’ultima occasione, che conserva ancora adesso un antico sapore, per fare le provviste in occasione della tradizionale fiera, prima del lungo inverno.

Il culto
L’aspetto più eminentemente religioso, invece, si svolgeva in San Giuliano, dove si venerava la protettrice della vista (in questi giorni la luce solare è al minimo per la brevità dei giorni) ed alla quale era dedicato un altare sulla navata sinistra. Ai nostri giorni, le funzioni religiose sono celebrate in S. Maria Maggiore.
La santa, appartenente ad una famiglia aristocratica siracusana, sotto Diocleziano, nel 304, subisce il martirio per ordine del governatore Pascasio. Altre fonti ricordano il rifiuto della giovine di sposare un tribuno romano, il quale la punì facendole cavare i bellissimi occhi, o secondo altre, fu proprio lei a cavarseli e mandarglieli, riponendoli in un piattino, dato che il tribuno ne era rimasto affascinato.

Santa Lucia nell’arte (un dipinto di Raffaele Aloisio)

La fiera di una volta e l’attualità
Ad Aiello, anche se attualmente si svolge in piazza santa Maria (vedasi locandina a fianco) dove acquistare gli ultimi addobbi per l’albero o il presepe, i “mustazzuoli” di Soriano o il novellame di Amantea, una volta la fiera era tutta concentrata a Piazza del Popolo, meglio conosciuta come “a Praca” (dal greco roccia), un quartiere allora preminentemente commerciale, piena all’inverosimile di “ferari”. Per ben 5 giorni, Aiello era come un grande mercato dove si smerciavano biancheria, ferramenta, animali. Fra le merci vendute, come annota in un libro del 1985 l’antropologo Giovanni Sole, risultano per il 1848: 900 pecore ed altri animali e 10 botti di vino tracannato dagli avventori che si recavano in paese.

I giorni contati
Ma al culto della santa si innestano anche credenze popolari. Quella che trae origine dal sapere contadino – comune ad Aiello come in tutti i paesi calabresi -, vuole che a partire dal 13 dicembre, per prevedere il tempo meteorologico dei vari mesi dell’anno seguente, si cominciasse a contare i giorni che mancavano per Natale. Per cui il 13 era gennaio, il 14 febbraio e così via fino al 24 riferito a dicembre. Si era convinti che le stesse condizioni di tempo registrate nei “giorni contati” si sarebbero ripetute nei mesi corrispondenti.

Commenti

  1. il 13 gennaio, tutto sommato bel tempo; il 14, febbraio, è piovuto; oggi 15, marzo, a parte qualche episodio di pioggerellina, è stato buon tempo un po' ventoso...

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