Passa ai contenuti principali

La sanità ad Amantea, mors tua vita mea

Dal profilo Facebook di Alfonso Lorelli


Amantea può essere considerata il paradigma del servizio sanitario nazionale, muore la sanità pubblica, fiorisce quella privata; quella pubblica non scompare ma si deteriora, si impoverisce, non è più posta nelle condizioni di tutelare la salute dei cittadini e, come contraltare, viene sostituita da quella privata; anche in questo campo si è ormai imposto il maledetto modello americano ” se vuoi essere curato devi pagare, se non puoi pagare muori assistito dai lazzaretti pubblici”. Saltano i principi e le finalità dell’art.32 della Costituzione e della nascita del Servizio sanitario nazionale, trionfa il liberalismo selvaggio anche nella cura delle malattie colpendo senza pietà specialmente i cittadini più poveri. Sono i governi centrali e regionali ad aver sposato ormai questa deriva sociale, sono loro a favorire tutto il processo mediante leggi nazionali e regionali, mediante la disorganizzazione del settore pubblico affidato a personaggi incapaci e conniventi. Sono loro a ripeterci che non ci sono i soldi, che invece potrebbero esserci se si colpisse l’evasione fiscale, si tassassero i grandi patrimoni.

C’è da aggiungere che ci sono molti operatori sanitari, anche eccellenti, ad aver sposato per interessi questo processo; molti di loro pur operando o avendo operato nel settore pubblico favoriscono il suo degrado per avvantaggiare il settore privato dove spesso operano con lauti guadagni. Per molti di loro è saltato il giuramento di Ippocrate sostituito dal giuramento di Giuda.

Ad Amantea, per esempio, mentre il nostro Poliambulatorio si desertifica e decadono i servizi essenziali cresce l’offerta sanitaria privata. La Regione e l’ASP continuano a promettere Case della salute ma intanto riducono o eliminano i servizi essenziali allungando le liste d’attesa, eliminando alcune prestazioni, impoverendo la strumentazione diagnostica, disattivando persino la Guardia medica in un Comune di 13.000 abitanti.

Cianciano a Roma, cianciano a Catanzaro; Meloni ed Occhiuto sono la faccia della stessa medaglia.

Sorge spontaneo un moto di rabbia, insieme alla solita tragica domanda: ma la gente che fa? perchè non si incazza? perchè non lotta per impedire la morte della sanità pubblica ad Amantea, come in Calabria? perchè si è perduto il sentimento, bello e creativo, della rabbia di popolo? delle lotte per una giusta causa? della nostra vecchia ma sempre giovane “lotta dura senza paura”?

Commenti