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Muoversi con gusto III edizione 2023: Da Casellone di monte Faeto a laghetto Tenise e ritorno

 

Escursione Casellone di Monte Faeto (Aiello Calabro) – laghetto Tenise (Grimaldi) e ritorno 20.08.2023

Album foto

Percorso

Escursione partecipata quella di domenica 20 agosto, da Casellone di monte Faeto a laghetto Tenise e ritorno, organizzata dal comune di Aiello Calabro per “Muoversi con gusto”, iniziativa arrivata alla terza edizione e finanziata dalla Regione Calabria con la legge 13/85. Quaranta i camminatori che si sono ritrovati nell’area picnic di Casellone per percorrere i 12 km, tra andata e ritorno, di questa passeggiata che si è snodata tra i comuni di Aiello Calabro e Grimaldi. Oltre all’aspetto naturalistico e sportivo, erano previsti dei momenti di approfondimento culturale sul patrimonio boschivo a cura di Giovanni Sicoli, esperto dell’Università della Calabria, e sulle caratteristiche geologiche del territorio a cura di Nino Osso, di Sigea Calabria e Arpacal. A guidare il gruppo Francesco La Carbonara, di Aigae, con il modesto supporto di Jamu a Caminare che quando si tratta di collaborare per organizzare escursioni in natura non si tira mai indietro. Tempi ben calcolati per evitare il previsto temporale che è iniziato intorno alle 15, giusto dopo la pausa pranzo effettuata a Casellone. Soddisfatto chi c’era e apprezzamenti per questo angolo di natura.


Riceviamo pure e postiamo una riflessione del giornalista Francesco Garofalo, tra i partecipanti all’escursione di domenica 20 agosto.

Candelabro di Natura: La Maestosità Rinvenuta tra gli Alberi di Aiello Calabro

Mi trovo dinanzi a un Abete bianco di straordinaria bellezza, eretto lungo il sentiero scelto con cura dagli organizzatori per l’escursione tra i monti di Aiello Calabro. Questo antico borgo ci accoglie, avvolgendoci nella sua storia, mentre ci immergiamo nei sentieri che si dipanano tra il bosco Faeto e il Monte Santa Lucerna.
L’area boschiva che ci circonda è un caleidoscopio di forme e colori, una sinfonia di vita vegetale che, grazie al microclima peculiare di questo luogo, ha osato sfidare le avversità e si è adattata con sorprendente abilità. Queste piante, a prima vista fuori contesto in questo ambiente considerato inospitale, sono un vivido esempio dei miracoli che la natura è in grado di compiere. Qui, la fede nella vitalità della natura è palese: semi destinati all’oblio hanno invece germogliato in splendidi esemplari, un tributo alla sua incrollabile forza.
E in questo scenario, lì di fronte a noi, emerge il protagonista incontestato: il Candelabro. Questo albero, che deve il suo nome alla sua sagoma che ricorda, appunto, un candelabro, evoca il fascino di tempi passati, quando la luce antica possedeva un incanto tutto suo e il progresso non aveva ancora varcato la soglia delle nostre case moderne.
Dopo mezz’ora di cammino, lo incontriamo ai margini di una strada sterrata. Qui, fiero e maestoso, ci si offre in tutta la sua imponenza. Il suo tronco possente si ramifica in arti vigorosi che si frappongono tra gli altri alberi circostanti. Questi ultimi, rispettosi e modesti, sembrano quasi inchinarsi in riverenza di fronte alla magnificenza di questo albero straordinario. Le emozioni scaturite dall’incontro con il Sovrano del bosco di Aiello sono indescrivibili: esso si apre davanti a noi come un antico manoscritto, mentre il vento che danza tra i suoi rami rivela le sue pagine verdi, che il tempo non ha ancora sgualcito o imbiancate, come se volesse sfidare persino la sua denominazione di “abete bianco”. Gli occhi del gruppo si alzano verso l’alto, cercando di percepire l’apice, mentre il cielo azzurro, appena visibile tra le fronde, sembra un mare che ha concesso le sue onde di luce e calore a questa creatura che ci abbraccia.
Le sue diramazioni si aprono come lezioni di vita scolpite nell’aria: ognuna rappresenta la forza, la determinazione e il coraggio di un essere vivente che ha sfidato le aspettative in un ambiente originariamente ritenuto ostile. Eppure, qui, in tutta la sua splendida realtà, ci regala un’’insegnamento prezioso: non esistono ambienti intrinsecamente ostili. E la sua storia diventa un esempio tangibile, una testimonianza di vita che risuona nel nostro spirito.
Con un dolce saluto, lasciamo il Principe degli abeti, grati per la sua breve comparsa nella nostra avventura. Silenziosamente, proseguiamo il nostro cammino, accordando il nostro passo con la sinfonia silente che abbraccia ogni forma di vita in questo luogo magico.


Materiale informativo

Da Il Quotidiano di luglio 2011

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