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Aloisio e il Culto di S. Filomena

Tra i soggetti che Aloisio ha raffigurato nelle sue opere, e che ricorre in diversi dipinti, c’è il martirio di S. Filomena. Il culto per questa martire cristiana del III sec. – non più inserito nel nuovo Martirologio Romano dalla Sacra Congregazione dei Riti a partire dalla Riforma Liturgica degli anni ’60 perché gli studi archeologici hanno dimostrato successivamente che non si trattava delle sepoltura di una martire – era iniziato a seguito del ritrovamento, nel maggio 1802, nelle catacombe di Priscilla, di una tomba con il corpo di una fanciulla adolescente. Nel 1827, le tegole della sepoltura furono concesse da papa Leone XII al Santuario di Mugnano (AV). Del 1833, dopo la “Rivelazione” della santa a suor Maria Luisa di Gesù, l’approvazione della Chiesa (S. Uffizio, 21 dicembre 1833). Ne seguì un’ampia diffusione del culto soprattutto in Italia e Francia. 
Almeno quattro volte l’ajellese dipinse la Martire, il cui culto, nel periodo di attività di Aloisio, è all’apice. Qui di seguito, le schede curate da Maria Elda Artese relative a tre opere conservate a Rossano (CS), Rotonda (PZ) e Ajello (CS).


1 - Martirio di Santa Filomena
Olio su tela, cm 194 x 124, datazione 1840 – Iscrizioni: in basso a destra: Raphael Alojsio inventor et Pictor 1840 – Collocazione: Rossano, Chiesa di San Bernardino, sacrestia.
Il dipinto rappresenta la decapitazione di Santa Filomena, ultimo supplizio della santa, dopo che invano avevano tentato di ucciderla prima con le frecce e successivamente annegandola nel Tevere. Non vi sono notizie sulla committenza; la data è vicina a quella di altri quadri presenti a Rossano, confermando i rapporti avuti dal Nostro con la città bizantina alla fine del terzo decennio dell’800 e durante la prima metà del quarto, con una intensa attività che proseguirà nella vicina Corigliano.
Il quadro porta la scritta Raphael Alojsio inventor et pictor: l’autore ci tiene a sottolineare la paternità della composizione, molto ben riuscita, grazie anche ai putti ed alla colomba che vanno a riempire lo spazio in alto a sinistra ed equilibrano i volumi. Riuscita anche la scelta di contornare il viso della santa con una zona chiara, che permette di evidenziare i contorni dei capelli e della corona.


2 - Santa Filomena riceve la palma del martirio mentre sta per essere decapitata
Olio su tela, Misure: n.d., Datazione: 1860 – Iscrizioni: in basso a sinistra cartiglio: A dev. Del Popolo Raffele Alojsio 1872 – Collocazione: Rotonda, chiesa della Natività della Vergine.
Il dipinto rappresenta la decapitazione di Santa Filomena, tema trattato da Aloisio nel dipinto conservato a Rossano nella sacrestia della chiesa di San Bernardino e datato oltre trent’anni prima. I due quadri presentano molte analogie, sia nei personaggi che nella composizione.
Notizie sulla committenza e sulla data di realizzazione sono fornite da Trombetti (1989). Il dipinto era stato presentato ad una commissione che doveva scegliere l’opera da innalzare su uno dei cappelloni della chiesa della SS. Trinità di Castrovillari. La commissione preferì l’altro dipinto, realizzato da Raffaele Barone, e l’opera di Aloisio venne successivamente acquistata dalla parrocchiale di Rotonda, dove si trova tuttora. La datazione indicherebbe, pertanto, la data dell’acquisto e non della realizzazione.


3 - Santa Filomena
Olio su tela, cm 64,5 x 98, Datazione: sec. XIX quarta decade – Collocazione: Ajello Calabro, Municipio.
Il quadro non è firmato né datato. La santa è rappresentata sdraiata su un giaciglio di eleganti cuscini, ha l’espressione serena e rivolge lo sguardo all’angelo che, ad ali spiegate, le porge la palma del martirio. Ha vesti ricche ed eleganti, un medaglione al petto con l’ancora e la freccia, suoi attributi iconografici; in testa ha una corona che indica la sua origine di figlia di re, nella mano destra una piccola freccia, nella sinistra un gioiello. In alto lo Spirito Santo infonde la grazia alla santa, che ha il capo circondato dall’aureola. In basso un altro attributo iconografico, l’ampolla col sangue della martire.
Una serie di indizi lasciano presupporre che Aloisio abbia visto il reliquiario di Mugnano: la posizione e la postura della santa, nonché il giaciglio di cuscini sono perfettamente corrispondenti, così come l’ampolla. Il quadro venne, probabilmente, realizzato qualche tempo dopo la visita: alcuni degli elementi sono diversi rispetto all’immagine ufficiale. Mancano alcuni dei simboli che si riferiscono al suo martirio (flagello, spada); è presente solo la freccia, mentre un angelo porta la palma e la Santa, illuminata dallo Spirito Santo, ha nella mano sinistra un gioiello. I colori della veste sono diversi; Aloisio ricopre la fanciulla con un drappo rosso, simbolo del sangue versato, e sottolinea la nobiltà della giovane con la corona.
Non si conosce con precisione l’anno in cui Aloisio realizzò la Santa Filomena attualmente conservata presso il Comune di Ajello Calabro. Le dimensioni del quadro fanno pensare ad una commessa privata, mentre lo stile può essere collegato al primo Aloisio; il quadro fu, probabilmente, realizzato poco prima del Martirio di Santa Filomena della chiesa di San Bernardino a Rossano.

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