Lavoratore, tu che "butti il sangue" ... Lavoratore, tu che “butti il sangue” da mane a sera fin che il sol tramonta e pure nella notte da che il Capo l’elettrica corrente ha utilizzato per dare luce al tuo lavór notturno levandoti anche le ore del notturno riposo che natura generosa t’avéa qual meritata dote data, ritorna alla tua fede comunista per conquistare i tuoi diritti persi a viver come uomo, non piú bestia, ma essere pensante, il ben volente! Ti toglie il sangue, tolto ti ha la vita, la prole, la consorte il tuo padrone, mandando tutti ov’ egli ha stabilito che devono produrre e diventare anch’essi elementi del mercato per consumare quello che han prodotto e mai spezzare il circolo vizioso “produrre, consumare e riprodurre all’infinito”, anelli di catena di cui sol egli ha in mano capo e fine. Ti ha tolto anche la patria, se emigrato sei per cercar fortuna in terra altrui, e tu il conforto dell’estremo pianto hai perso degli amici e il pio commiato. Tutto ei move con determinazione, sordo ad ogni grido di dolore, solo deciso ad accumulare all’infinito soldi, banche e beni che formano il suo gran bel capitale con cui comanda, ordina e dispone e d’esser gode e fare da padrone e agli altri lascia le incombenze gravi di procurarsi il cibo con sudore per consentirsi la sopravvivenza. Giammai si ferma ed ogni debolezza scruta, disposto sempre ad occupare ogni angolo di libertà strappato e farsi piú possente in suo operare. S’è unito ad altri ed ha globalizzato, un unico sistema imponendo di vita, di consumi e produzione e tutti ha sottomesso a un solo impero, quello di voglia sua d’impadronirsi di tutte le risorse del Pianeta, gli altri rendendo suoi novelli schiavi, pronti a sgobbar penando ed a tacere. Ti guarda con il volto sorridente, talora dietro sigla si nasconde anonima, multinazionale, potente, senza volto, patria e sangue. Ogni arma egli userà di persuasione per farti sottomesso ai suoi voleri: la legge, l’armi, la cultura falsa, la religione, pur la corruzione. Ma tu, armato della tua cultura, forte del gran consenso popolare, impavido per la tua strada avanza e il passo muovi dritto all’obiettivo! Volta per volta la necessità t’indicherà la forma di tua lotta. Tu pronto sii col braccio e con la mente a fronteggiar le insidie e uscir vittore! Ritorna presto al vecchio tuo partito, che nome avéa “Partito Comunista”! Quando il vessillo in mano leverai, accorreranno schiere di operai. Soltanto un nuovo ordine mondiale, fondato su giustizia ed equità, può garantire a tutti libertà e pari diritti universali. Uffici, scuole, fabbriche e campagne saranno teco, anche ogni uomo in armi, ché voglion tutti un mondo degli eguali, fraterno, democratico ed umano. Per fare questo, devi organizzarti e far trionfare l’uomo che t’è dentro, buono, civile, libero e fraterno. Devi esser degno di chiamarti uomo, soccorrere il fratello bisognoso, schierandoti con quello ch’è indifeso, lottando per la libertà di tutti. Devi tornare ad esser comunista. Aiello Calabro, 15 gennaio 2023 | Franco Pedatella
Commenti
Posta un commento
Salve. Grazie per il commento.
Il curatore del Blog fa presente che non è responsabile per quanto pubblicato dai lettori. I commenti offensivi o lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di terzi, di genere spam, razzisti o contenenti dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla Privacy, verranno cancellati.