Passa ai contenuti principali

Il Presepe vivente di Aiello Calabro anno 2022, in una poesia di Franco Pedatella

Il Presepe vivente di Aiello Calabro anno 2022

Ѐ diventato quasi tradizione
fare il Presepe Vivente ad Aiello,
ove persone allegre e di buon cuore
riviver fan l’albór del Bambinello.

Le vie, le piazze, case abbandonate
ritornano a comporre la cornice
di quell’evento che tutto ha cambiato
nel mondo ov’eran solo orgoglio e guerra.

Mai l’umiltà, l’amor per il fratello.
Eran parole ai molti sconosciute.
Seguiva all’offesa la vendetta,
la piú crudél, la più soddisfacente

per quei che ritenévasi l’offeso
e all’offensor chiedéa riparazione.
L’idea non esisteva del perdono,
ma solo la vendetta più bestiale.

Con la venuta del Bambino santo
tutto cambiò: perdono ed umiltate
divennero parole dominanti.
Non si sentí piú il povero sprezzato

né il vinto uomo servo e dominato.
Fu all’uomo dignità restituita
e gli uomini tra loro affratellati.
Cosí fu un mondo nuovo preparato.

Da ogni angolo a questa idea attrezzato,
da ogni casa a festa addobbata,
dai personaggi sparsi per le vie, 
che pezzi della storia del paese

ricordano ed altri che riportano
al tempo dell’antica Palestina,
l’anelito si leva a un mondo santo,
che poi sarà dal Bimbo predicato.

Tutta la gente avanza in processione,
osserva le botteghe dei mestieri
antichi che animavano il paese,
da figuranti qui rappresentati

con naturalità eguale al vero,
ed i visitatori appassionano
facendoli tornare per incanto
al vero antico quivi rivissuto.

Entra nell’area al fine preparata
passando sotto l’arco a ciò approntato
con arte da un artista raffinato
che l’epoca romana ha qui ritratto.

L’emblema c’è, ci sono i centurioni
di tutto punto armati, alla difesa
pronti della città fortificata.
Cosí voleva Roma nei dominî.

C’è il pozzo, dove uomini e animali
spegnéan la sete di lor lungo andare,
nel luogo che una volta era chiamato
“U Làvuru”, dov’era una fontana.

C’è il falegname, il sarto, il calzolaio,
di sèggiole e di cesti il fabbricante, 
di pesci e alimentari il venditore,
di caldo “pane untatu” il fornaio;

le donne a lavar nelle tinozze
intente ed altre a stendere il bucato;
quelle al lavoro del telaio addette
ed a filar la lana con il fuso;

altre ancora intente a ricamare
tovaglie finemente lavorate
dove futuri ospiti saranno  
con generoso cuor sfamati e accolti.

Dal mantice si leva nero fumo 
e il fabbro batte il ferro arroventato,
mentre arrostisce il pesce calor lieve 
e mani delicate fan la pasta. 

Bracieri e attrezzi fatti con fin arte
esposti sono al gusto dei passanti.
S’affaccia intanto all’uscio il cantiniere,
che tien di vino in man bicchiere e fiasco,

pronto ad offrirne al gusto dei passanti
e di quel che tra lor si vuol fermare,
andando oltre l’assaggio, e soddisfare
la gola ed un buon pasto consumare.
Contento versa loro il vino nuovo
e scalda cuore e gola agli avventori.
L’agricoltore porta frutta fresca
da terra buona coltivata a mano.
 
Non mancano i “culluri” al focolare
fritti, perché alla gola sian graditi,
né il sapone a mano preparato
come da tradizion del tempo antico.

Aiello a Palestina s’è addobbato
fondendo tradizioni dei due luoghi
cosí come il Bambin qui fosse nato
nella Capanna posta qui alla Praca.

Sotto il castello del paese antico
l’accampamento è posto dei Romani,
gremito di soldati in gran tenuta
pronti a colpir l’assalitor nemico.

C’è il milite romano con la spada,
il sacerdote della vecchia legge
custode; c’è il console alleato
che rappresenta l’ordine romano;

Erode che si sente minacciato
da chi da poco nel suo regno è nato
e, per tenere il trono assicurato,
s’appronta a far la strage dei neonati.

La Sinagoga c’è, anche lo scriba
ch’è addetto e intento alle sue funzioni,
come a noi è stato consegnato
da antica e validata tradizione.

Palazzi antichi a giorno illuminati
con i giardini intorno sono il segno
che libertà, giustizia ed eguaglianza
nei cuori e nelle menti sono entrate

a costruire un mondo affratellato
dov’ogni privilegio è superato
e regna la concordia qual tra frati:
non c’è piú il ricco né il diseredato.

Questo messaggio vien dalla Capanna,
donde già splende luce del Bambino 
prima ch’Ei manifesti la parola
che al mondo annuncia la rivoluzione.

Pure il Palazzo Cybo Malaspina,
già sede di potenti dominanti,
s’è illuminato, segno ch’è cambiato
il mondo per l’arrivo del Bambino

e Piazza del Popolo, ‘A Praca,
è sede di Capanna illuminata.
Il segno non va sottovalutato:
giustizia ed uguaglianza han trionfato.

La gente avanza verso la Capanna,
che luce rigogliosa  sparge intorno
e illumina i luoghi ed il selciato
e gli animi spalanca alla speranza.

Un Angelo che illumina l’accoglie
e mostra quella santa mangiatoia
dove adagiato posa il Bambinello
dal bue e dall’asinello riscaldato.

Accanto son Giuseppe e Maria,
al fin del lungo viaggio riposati,
che al mondo mostran quel ben arrivato
Bambino ispiratór di un nuovo mondo.

Del mondo a lui s’inchinano i potenti;
oro, incenso e mirra qual regale
dono portano chini e generosi
per ossequiar nuovo ordine mondiale.

Aiello Calabro, 25 dicembre 2022
Franco Pedatella


Commenti

Fai una donazione con Paypal

Fai una donazione con Paypal
Oppure tramite Postepay – IBAN: IT79P3608105138228315028324