Per il 1° Maggio 2020, una poesia che Franco Pedatella dedica ai lavoratori, ai compagni ed a tutti gli uomini
di Franco Pedatella
Questo Coronavirus
il lavoro
minaccia a noi che
di lavor viviamo;
peggiore è del del
più crudo sfruttatore
che ha tolto sempre
il pane quotidiano.
Perciò, benché ci
tenga sparpagliati,
in casa chiusi o in
posti di lavoro
ben distanziati e
quasi imprigionati,
oggi, che è la
Festa del Lavoro,
noi ci sentiamo come
sempre uniti
per la comune causa
di giustizia,
che ha visto nelle
piazze affratellati
uomini e donne in
duolo ed in mestizia.
Ci sono al fianco
medici e infermieri,
militari e comuni
cittadini
fattisi combattenti
audaci e fieri
in questa lotta che
non ha confini.
Anche i padroni son
chiamati a fare
la loro parte in
modo solidale
e almeno questa
volta rinunciare
al rio guadagno
subdolo e sleale;
e forse dovrà
l’uomo ripensare
nel mondo il ruolo
suo di onnipotente
e in umiltà cessar
di dominare
sulla natura,
credendosi onnisciente.
Se insieme la
battaglia vinceremo,
domani costruiremo
un mondo nuovo
dove i padroni
ingiusti non avremo.
Sarà il lavoro
libero e divino
procacciatore di
progresso sano,
che l’ali
allargherà come colomba
su tutto il mondo e
sul genere umano
per dileguar
tempesta e tuon che romba.
Se sì sarà, questo
Primo Maggio
nuova stagione della
storia umana
inizierà e l’uomo
farà saggio
in una società
moderna e sana.
Bolto bella e significativa. Grazie Franco, amico mio.
RispondiEliminaMolto bella
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