Immagine tratta da Wikipedia |
di Franco Pedatella
Il letto tuo cospargere di odori
vorrei, che vengon dal giardin fiorito
ove le ninfe per i loro amori
allevan fiori con l’ alito lor lieto.
Di questi un mazzo in mano a te vo’ porre,
qual segno di un amor che non ha fini,
come a Signora che sta ritta in torre
suo cavalier che s’ opra a ch’ ei s’inchini.
E voce vien da quel giardin fiorito:
“Sian maledetti braccio, lingua e mano
di chi violenta anima e schiarito
viso di donna e a lui spirar sia vano
quand’ osa alzar la mano o la parola
per compier atti a danno di una donna!
Pari diritti e dignità le dona
natura e legge che il delitto doma”.
Questi pensieri in sogno mi han dettato
le ninfe, del giardino protettrici,
per l’Otto Marzo, a voi, donne, dicato,
che all’uomo pari in sorte e ispiratrici
siete del bello e a lui dispensatrici
dei bei momenti e puri della vita.
Era v’è guida, Venere beatrice,
vi affianca Atena saggia e d’ arti ornata.
Per questo sagge e forti siete, o donne,
e belle ed a parlare siete pronte
agli uomini che menti hanno conte
e bestia castigar che in lor s’asconde.
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