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A Nicola Guadagnuolo. Poesia di Franco Pedatella


Anche se a distanza di un po' di tempo, riceviamo da Franco Pedatella una bella poesia dedicata all'amico fraterno Nicola.


A Nicola Guadagnuolo nel giorno della sua morte.

Con te ho diviso il latte, con te il cuore,
o mio Nicola, e dallo stesso seno
stesso respiro e comune amore
noi succhiavamo ingordi in Via Timpone.

Indi, cresciuti, in piazza col pallone
continuavamo a far vita comune:
tra i pali della porta tu il guardiano
facevi ed io dinanzi ero terzino.

Tre metri dividevan di selciato
le nostre case, non i giochi e i trilli,
onde sonava tutto il vicinato
sí come il bosco al cinguettar d’augelli.

I giorni delle scuole elementari
ci tennero divisi per delle ore:
io andai con don Peppino Vocaturo
e tu Camillo avesti tuo istruttore.

Anche a Cosenza fummo separati:
diverse avemmo scuole e abitazioni;
la scuola tua fu oltre I Rivocati,
Cosenza Vecchia diede a me istruzione.

Nella magione di mamma Carmela
un posto m’era sempre riservato,
quando restar volessi a pranzo o a cena
con te, con Peppe e cara Margherita,

cui non mancavo d’impartir lezione
del poco di cultura di latino,
ch’io possedevo, buona all’occasione
con la passione e il far di studentino.

Nel giorno di Pasquetta non mancava
andar nel bosco a far la scampagnata.
In tanti la giornata si passava
contenti e si finía con la “mangiata”.

Dal padre Salvatore ereditato
avevi il fiuto per trovare i funghi,
senza vederli, nel posto destinato,
al fondo di sentieri torti e lunghi.

La vita ci portò indi lontano:
io per gli studi rimasi al Meridione,
tu andasti per lavoro su a Torino,
ma conservammo in cuor l’antica unione.

Colà attendéa la Fiat competenze
di giovani energie meridionali,
valenti nell’oprare in circostanze,
le più svariate ed eccezionali.

La cara Mimma per amor cercasti
che t’adornò la casa di gioielli,
le figlie, che nel cuor care tenesti
e i giorni empiêro a te di fiori belli.

Cosí a famiglia e casa desti impianto,
come s’addice a padre di famiglia.
Or questa sparge intorno a te gran pianto
ed al ricordo tuo tutta s’appiglia.

Ascoso e ingordo mal t’ha consumato
e acuto il duolo a noi il cuore assale,
perché all’amor dei cari t’ha strappato.
Solo il ricordo dolce a noi rimane

di te, che in cuor serbiamo qual tesoro
ben chiuso nello scrigno dell’affetto,
perché a chi rimane sia ristoro
quando tempesta infuria e scuote il petto.

Aiello Calabro, 31 luglio 2019
Franco Pedatella

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