Il nostro piccolo e grazioso paesino è stato visitato ed apprezzato, sabato 13 aprile scorso, da una cinquantina di persone dell'Università della Terza Età di Lamezia Terme. Il gruppo ha fatto tappa alla pregevole Cappella Cybo e alla chiesa di San Francesco dell'ex Convento degli Osservanti, alla Casa Comunale, alla piazza Cybo con i suoi palazzi patrizi, alla chiesa di San Cosma e alla Matrice di S. Maria Maggiore. Lo scrivente ha raccontato ai graditi ospiti un po' di storia della nostra cittadina e mostrato il centro storico che hanno ammirato con grande interesse.
Questo post – che non posso corredare da foto della mattinata poiché, impegnato a fare da cicerone, non ho pensato a documentare visivamente – è per ringraziare innanzitutto l'Uniter per aver scelto di approfondire storia, arte e cultura di Aiello Calabro, a seguito di un incontro culturale a tema tenuto a Lamezia dal nostro Gianfrancesco Solferino. Quella di sabato è stata – hanno commentato i partecipanti - “Una giornata completa all'insegna della cultura ”.
Nel piccolo giro, c'è stato il tempo anche per gustare i prodotti tipici dell'azienda Aloisio. A chiudere in bellezza la mattinata, un ottimo pranzo all'agriturismo Il Bianchetto.
Ecco, con un po' di sinergie e collaborazione si può rendere Aiello accogliente e meta di visitatori, anche periodicamente e non solo una volta tanto.
Per la collaborazione avuta, lo scrivente ringrazia il parroco don Jean Paul Mavungu; il comune di Aiello, nelle persone dell'assessore Lucia Baldini e del consigliere Luca Lepore, e i giovani del Servizio Civile.
Accanto ai punti di forza, però, come è mia natura, non posso tacere alcuni aspetti che necessitano di interventi.
Il più banale: c'è bisogno, sulla SS 18, di una segnaletica più precisa per raggiungere Aiello.
Poi due aspetti più seri: le chiese di Aiello devono prioritariamente essere restaurate. I decisori politici locali e regionali non possono lasciare all'usura del tempo testimonianze della nostra storia, della nostra arte e cultura. Penso a Santa Maria Maggiore, a San Giuliano e a Santi Cosma e Damiano, ma anche alla Cappella Cybo e alla chiesa della Madonna delle Grazie.
Ultimo punto, sul quale ci vuole una bacchetta magica di quelle potenti (e non potrebbe fare molto, purtroppo), è lo spopolamento del paese. Girando per stradine e vinelle, ormai, non si incontra più nessuno. In tutto il centro storico non credo vi siano più di 100 - 150 abitanti. I pochi giovani che vi risiedono, quando possono se ne scappano. Che fare?
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