AIELLO CALABRO –
L'arcivescovo di Cosenza-Bisignano, Francesco Nolè, ha fatto visita
alla comunità aiellese, invitato dal parroco Jean Paul Mavungu, per
incontrare i fedeli, ma anche per rendersi conto di persona dello
stato in cui versa la chiesa di S. Maria Maggiore. Proprio un anno
fa, era il primo febbraio, un fulmine colpì il duomo cittadino e per
un caso fortuito, o per la protezione di San Geniale Martire, patrono
di Aiello - che in questo periodo si celebra come ex voto, dal 1783,
anno del sisma - non ci furono danni alle persone presenti in quel
momento per la messa. Da allora, lo stato già precario della chiesa,
peraltro successivamente rimasta chiusa mesi per lavori di
rispristino dell'impianto elettrico, è andato peggiorando. Il
parroco, prima della celebrazione della funzione religiosa presieduta
dal padre arcivescovo, nel saluto di benvenuto ha riferito
all'uditorio e a monsignor Nolè, circa le condizioni strutturali
della chiesa che, come hanno evidenziato i sopralluoghi tecnici,
compreso quello dei vigili del fuoco, sono abbastanza preoccupanti.
Don Mavungu ha chiesto
aiuto alla Curia di Cosenza per non privare la comunità di un luogo
dove poter pregare. Il tetto fa acqua da tutte le parti, e c'è una
lesione importante tra il muro del coro della chiesa e quello
esterno, confinante con quello della casa canonica retrostante. In
ragione del quadro descritto, è necessario intervenire il prima
possibile, prima che i danni alla struttura diventino ancora più
gravi.
Una preghiera, quella del
parroco e dell'intera comunità, che monsignor Nolè ha ascoltato con
attenzione. «Dobbiamo
fare uno sforzo comune – ha detto il presule -. Facciamo un
incontro col sindaco per vedere le cose necessarie e quant'altro da
fare subito. A quanto ho capito, sono lavori abbastanza onerosi e
quindi chiederemo l'aiuto e l'ausilio alle varie autorità preposte.
L'importante – ha aggiunto - è che non ci sia pericolo».
Al termine della messa, concelebrata con sacerdoti del circondario,
l'arcivescovo insieme al parroco e al sindaco Iacucci, ha preso
visione di ogni parte del luogo di culto e delle sue condizioni, e
appena possibile si decideranno con i tecnici della Curia gli
interventi da eseguire.
Certamente, la chiesa
intitolata a S. Maria ad Nives, del XIV secolo, merita la giusta
attenzione. Negli anni scorsi, la Conferenza episcopale aveva messo a
disposizione – a quanto sappiamo - circa 300 o 350 mila euro per
finanziare un progetto di restauro completo della chiesa, ma era solo
il 40% delle spese necessarie. Il resto avrebbe dovuto, in
cofinanziamento, essere coperto da istituzioni come regione e
provincia. Cosa che non è avvenuta, e così il finanziamento è
ritornato indietro inutilizzato. Eppure, in questa nostra Calabria si
finanziano tanti progetti, a volte inutili, e nel contempo, patrimoni
di storia, di arte, e della memoria di una comunità – come per
esempio anche San Giuliano – vengono abbandonati e rischiano di
crollare.
Finalmente...
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