Passa ai contenuti principali

Le opere di Raffaele Aloisio in mostra a Lago per tutto luglio

LAGO – C’è un vero e proprio patrimonio d’arte custodito nelle chiese della cittadina. Parliamo dei dipinti di Raffaele Aloisio, inventor et pictor dell’Ottocento calabrese, che per tutto il mese di luglio saranno esposti nella chiesa di S. Nicola.
La mostra, curata dalla parrocchia retta da don Alfonso Patrone ed ideata da Antonio e Giuseppe Cino, viene riproposta a distanza di qualche anno, e sarà visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 20 (info 0982.454139 - email: parrocchialago@libero.it).
Tra i dipinti esposti, restaurati negli scorsi anni dal maestro Mariano Franco di Scalea, si potranno ammirare da oggi:  L’Incoronazione della Vergine, La Madonna del latte, Madonna con Bambino e S. Giovannino, La Presentazione al Tempio, Lo sposalizio della Vergine, ecc. Tutte opere custodite a Lago e firmate dall’artista nativo di Ajello, antico borgo collinare del cosentino, che è da annoverare - per la mole delle commesse ricevute nel corso della sua attività artistica, durata circa un cinquantennio, e la diffusione delle opere conservate in molti luoghi di culto calabresi, ed in collezioni private - tra i pittori di maggior successo dell’Ottocento calabrese. Peraltro, anche la critica coeva non mancò di lodarne le capacità. Nel 1865, per esempio, nel corso di una mostra alla Camera di Commercio di Cosenza, Vincenzo Padula sul suo Bruzio (n° 81 del 25 gennaio 1865, pag. 3), nel commentare le opere presentate – Il Patriarca Lot, e La Resurrezione di Lazzaro - definì i dipinti del «vecchio e bravo artista», «la miglior cosa di quest’Esposizione». L’Abate acrese aggiunse, inoltre, che «I due quadri dell’Aloisio stanno agli altri come due poemi epici ad una raccolta di sonetti».
Questo «pittore di successo dimenticato» (omonimo di un altro Raffaele, nato nel marzo 1811 e morto nel maggio 1892) ebbe i natali ad Aiello da “mastro” Benedetto e Nicoletta Volpe. Non a giugno, come sinora si riteneva, ma il 29 maggio del 1800, come risulta dalle recenti ricerche dello studioso Lorenzo Coscarella che ha reperito l’atto di battesimo.
Se conosciamo in buona parte opere e biografia del Nostro, grazie a diversi studi, tra cui quello di Maria Elda Artese, giovane storica dell’arte (che ha redatto un catalogo comprendente 66 schede, corredate da foto) - non si conosce ancora con certezza la data di morte e dove le sue spoglie riposano. Quello che sembra plausibile è che morì, probabilmente, prima del 1888. Non nella sua città ma, come sostiene Raffaele Borretti, «sicuramente lontano da Aiello, molto probabilmente in una delle tante città che lo ospitarono per il suo lavoro».
«I molti riconoscimenti ottenuti e la presenza delle sue opere in tutta la provincia di Cosenza – scrive Maria Elda Artese - testimoniano il successo avuto in vita e la stima di cui godette. Evidentemente Aloisio, seppur in un ambito provinciale, fu interprete del sentimento e della cultura dell’epoca, e questo basta per collocarlo tra i più significativi artisti dell’Ottocento calabrese».
Il Quotidiano del Sud del 2 luglio 2014, pag. 49

Commenti