“Occhi a Perdere”, spettacolo teatrale per riflettere sul ruolo dell’uomo moderno. Appuntamento ad Amantea, domenica 17 giugno
Amantea, 14 giugno 2012 - L’associazione teatrale “La Buffa
Agitatori Culturali” metterà in scena lo spettacolo “Occhi a perdere, incubo
premonitore”, un evento organizzato dalla stessa compagnia con la collaborazione
del comitato civico “Natale De Grazia” e si terrà domenica 17 giugno ad Amantea
alle ore 21.00 all’esterno della Casa
delle Culture in via Vulcano.
L’opera invita a riflettere su
alcuni eventi che hanno riguardato anche questo territorio e sul ruolo e
l’atteggiamento avuto dalla popolazione locale.
“Occhi a perdere” è il racconto
di un incubo scaturito dalle letture di due opere letterarie molto diverse tra
loro: “Edipo Re” del filosofo Sofocle e il noir di ecomafia di Carlo Lucarelli
“Navi a perdere”. La visione onirica nasce, nella prima versione del 2010,
dall’Edipo Re come metafora sofoclea
dello sguardo cieco ma dalla visione profonda, per dipanarsi poi tra le maglie
dei misteri moderni indagati da Carlo Lucarelli.
Durante lo spettacolo innumerevoli
oracoli e novelli Tiresia cercano di aprire gli occhi all’uomo del XXI secolo,
che sembra vedere ma non voler guardare in modo consapevole al suo futuro.
Il messaggio che ci ha lasciato
Natale De Grazia era forse una forma di vaticinio? L’ultima versione del 2012
di “Occhi a Perdere”, più articolata, indaga proprio su questa domanda.
Anche il luogo scelto per la
messa in scena dello spettacolo può indurre ad un’altra riflessione: il ruolo
che può avere un’opera pubblica come la Casa
delle Culture sulla crescita culturale e morale della comunità una volta
che avrà aperto i suoi battenti alla Città. Servono luoghi in cui si nutrano menti
e spirito, dove far crescere sensibilità e intelligenze. Perché forse è
superato il tempo dei “dibattiti” o comunque questi non bastano più come mezzo
di comunicazione e riflessione. È giunto il tempo dei “racconti”, semi dai
quali germogliano, anche se solo in terreni mentali fertili, le piante del
pensiero critico. Allora può essere
ipotizzato che la ricerca teatrale moderna possa arrogarsi il diritto di
proporre le sue metodiche con la speranza di creare coaguli di pensiero che
fungano eventualmente da terreno di coltura per la crescita di altro pensiero.
La
Buffa Agitatori Culturali
Comitato
civico “Natale De Grazia”
In allegato
informazioni sull’opera “Edipo Re” e sull’associazione “La Buffa Agitatori
Culturali”
“Dopo la sua morte Edipo sarà onorato a Colono come simbolo della
magnanimità eroica nella ricerca della verità, anche quando questa è dolorosa.
Quella verità che cercava Natale
de Grazia sulle navi dei veleni e che non lo fece demordere mai, neanche quando
qualcuno gli sussurrò che, forse, c’erano trame oscure intorno al suo lavoro”.
Quella ricerca di verità che
anima, fin dal suo nascere, il Comitato Natale De Grazia, quantunque le trame e le manovre delegittimanti messe in
atto da personaggi ed istituzioni note e meno note.
IL MITO DI EDIPO RE
Per gustare meglio il lavoro de “La Buffa” di giorno 17-6-2012
Tragedia di Sofocle (496-406
a.c.), rappresentata per la prima volta ad Atene nel 429, l’anno della peste ad
Atene che nel canovaccio dell’opera è riferita a Tebe. Gli eventi narrati si
completano con l’Antigone e con l’Edipo
a Colono. L’oracolo di Apollo aveva preannunciato a Laio, re di Tebe, che
sarebbe stato ucciso dal figlio, perciò quando la moglie Giocasta partorì Edipo,
il padre, per evitare che la profezia si avverasse, fece abbandonare il bambino
sul monte Citerone, dopo avergli fatto trafiggere le caviglie affinché non
potesse più camminare.
Il bambino però venne raccolto e
curato da Peribea, moglie del re di Corinto, e diventato adolescente seppe
dall’oracolo di Delfi che egli avrebbe ucciso il padre e sposato la madre.
Edipo, credendo che il padre fosse Polibo, marito di Peribea, decise di andar
via da Corinto, per evitare che la profezia si avverasse, e si diresse verso
Tebe.
Lungo il cammino incontrò il re
Laio ed i suoi araldi: Uno di questi ordinò ad Edipo di farsi da parte per far
passare il re, ma Edipo si oppose. Per tutta risposta l’araldo gli uccise il
cavallo: Edipo, adirato, uccise l’araldo ed il re Laio (ovviamente ignaro che
fosse il padre). Così si compiva la prima delle profezie.
Arrivato a Tebe trovò la città in
preda al panico perché la Sfinge, un mostro per metà uomo e per metà leone,
divorava tutti coloro che non sapevano risolvere un proprio enigma. Quando
Edipo dà la giusta risposta la Sfinge per rabbia si getta dalla rupe e Tebe
viene liberata.
Allora i tebani, per
riconoscenza, elessero Edipo loro re dandogli in sposa la regina Giocasta, sua
madre ( si avverava così la seconda parte della profezia).
Dalla loro unione nacquero due
figlie( Antigone ed Ismene) e due figli( Eteocle e Polinice).
La leggenda, ripresa da Sofocle
nell’Edipo Re e nell’Edipo a Colono, riferisce che essendo scoppiata a Tebe una
pestilenza fu interrogato l’oracolo di Delfi che si pronunciò dicendo che per
far cessare la pestilenza occorreva
punire l’assassino del re Laio.
Il vate Tiresia, interrogato a
sua volta, svelò il segreto: Edipo aveva ucciso il padre e sposato sua madre.
Giocasta, per lo scandalo e la
vergogna si impiccè mentre Edipo, dando applicazione ad un proprio decreto
reale, si cavò gli occhi e si allontanò
da Tebe; accompagnato dalla figlia Antigone vagò per tutta l’Attica fino a
quando non giunse a Colono, nei pressi di Atene, dove morì. Sofocle narrò questa seconda parte della vita di
Edipo nell’altra tragedia “Edipo a Colono”, mentre le vicende intrecciate dei
suoi quattro figli sarà oggetto dell’Antigone.
L’Edipo Re fu composto da Sofocle
nella piena maturità ed i temi che vi sono contenuti sono molteplici. Tra
questi quello della giustizia e della ricerca della verità.
Edipo vuole cercare la verità su
se stesso e sul suo operato, anche quando intuisce in qualche modo la sua
colpevolezza. Il suo animo è tormentato e non trova pace fino a quando la
verità non viene completamente conosciuta. Il suo animo sconvolto dall’orrenda
scoperta lo porta a dare esecuzione ad un decreto da lui stesso emanato contro
chi fosse stato riconosciuto come
assassino di Laio. Il suo sacrificio per la verità e per la legge è estremo,
purificante, eroico, egli diventa perciò, tra l’altro, anche simbolo dell’amore
per la verità e per la sua continua
ricerca. Quell’amore per la verità che negli stessi anni di Sofocle predicava
Socrate. Dopo la sua morte Edipo sarà onorato a Colono come simbolo della
magnanimità eroica nella ricerca della verità, anche quando questa è dolorosa.
Quella verità che cercava Natale
de Grazia sulle navi dei veleni e che non lo fece demordere mai, neanche quando
qualcuno gli sussurrò che, forse, c’erano trame oscure intorno al suo lavoro.
Quella ricerca di verità che
anima, fin dal suo nascere, il Comitato Natale De Grazia, quantunque le trame e le manovre delegittimanti messe in
atto da personaggi ed istituzioni note e meno note.
La Buffa
Agitatori Culturali
La Buffa, da intendersi come nome
dialettale/scientifico del Rospo, nasce nel 2010. I suoi membri hanno al loro
attivo in molti casi, ultradecennale esperienza nel campo del teatro sia
vernacolare che in lingua e con altri gruppi artistici di ogni parte d’Italia.
Da tali precedenti percorsi essi sono partiti, grazie anche all’innesto di
nuove risorse attoriali, per indagare nuovi modi drammaturgici, non più solo di
provenienza “letteraria”, ma che intersecano il testo con la “drammaturgia d’attore”.
La costruzione della parola e
dell’azione scenica viene operata in questo caso, oltre che dal testo di base
se esiste, dall’intreccio di improvvisazioni nel corso di sedute d’ “atelier” con
materiale narrativo-testuale preesistente.
Una sorta di “schiuma” scaturita da
esercizi di base che si intrecciano con il vissuto particolare dell’attore, dando
luogo a reazioni più o meno consapevoli ma comunque “vere” dei singoli performers
che vengono posti di fronte alla storia da raccontare durante le attività di laboratorio.
E’ questa verità che viene vissuta
dagli attori hic et nunc e (se la magia teatrale arriva a compimento) dagli
spettatori.
Nell’estate 2010, “La Buffa ” ha messo in scena,
nell’ambito della serata conclusiva del “Gaia Festival International 2010” il primo esperimento su
“Occhi a Perdere - incubo premonitore da Edipo Re di Sofocle e Navi a Perdere
di Carlo Lucarelli”.
Nello stesso anno ha partecipato
al Festival Internazionale di Regia Teatrale “Premio G. Corradini” con
“Midsummer Night Blues”, surreale rilettura di “Sogno di una notte di mezza
estate” di W. Shakespeare.
Nel 2011 ha messo in scena
“Eresia”, tragedia che rievoca la vita di Gianluigi Pascale e la strage dei
Valdesi di Guardia Piemontese.
Nel corso di questo 2012 ha collaborato
fattivamente a “Gramsci Antonio Detenuto”, produzione di Ottavomiglio
Laboratorio (CS).
Aspettiamo tutti coloro che
possono essere interessati.
“La
Buffa” è anche su Facebook!
Qui resoconto giornalistico:
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