Completata da Arpacal l'analisi del rischio. La #ValleOliva sarà messa in sicurezza. Se ne è parlato ieri in IV Commissione regionale Ambiente. Presente Posa del Comitato De Grazia, assenti invece i sindaci di Amantea, Aiello Calabro e Serra
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Il Quotidiano del Sud di oggi, 4.11.2016, pag. 20 |
AMANTEA
– La IV Commissione del Consiglio regionale che si occupa di
Ambiente ha discusso ieri mattina dell'inquinamento nella vallata
dell'Oliva. Dei convocati interessati alla problematica, alla seduta
tenutasi a palazzo Campanella a Reggio Calabria, c'era solo il
presidente del Comitato Natale De Grazia, Gianfranco Posa. Non i
sindaci di Amantea, Aiello e Serra d'Aiello. Una assenza peraltro
rimarcata anche in apertura dei lavori.
La commissione presieduta
da Domenico Bevacqua ha ascoltato il geologo Luigi Dattola
dell'Arpacal; Bruno Cundari, dirigente di Servizio del Dipartimento
Ambiente della regione Calabria, ed il presidente del Comitato Civico
di Amantea. Si sono registrati, inoltre, gli interventi dei
consiglieri Pasqua e Bova e dello stesso presidente Bevacqua.
Il tema affrontato dalla
commissione è stato quello delle analisi del rischio condotte
dall'Arpacal nei mesi scorsi nella vallata dell'Oliva, riguardanti in
particolare i siti interessati da interramenti illegali di materiale
nocivo. Le conclusioni, in buona sostanza, portano ad escludere che
gli inquinanti sepolti da decenni nel sottosuolo della vallata
possano arrecare conseguenze sulla salute delle popolazioni che
risiedono nelle vicinanze. “La Commissione – così leggiamo nel
primo resoconto della seduta - prende atto delle indagini
dell'Arpacal che, relativamente all'inquinamento del fiume Oliva,
esclude un danno diretto alla popolazione. Relativamente alla
necessità di pervenire allo smaltimento dei rifiuti, dà mandato al
dipartimento Ambiente di individuare un percorso per affrontare
fattivamente e risolvere il problema”.
Dunque, se per l'Arpacal
il pericolo di danni alla salute è ridimensionato, è pur vero che
per anni le popolazioni nei pressi dell'area hanno vissuto in
continua apprensione. Tutti i fanghi industriali, i metalli pesanti
sepolti nel sottosuolo della vallata, dannosi per la salute - i dati
ci dicono essere intorno a 160 mila metri cubi, come è stato
accertato da carotaggi e analisi eseguiti da Ispra e Arpacal, e da
consulenze varie per conto della Procura di Paola titolare delle
indagini, che hanno portato alla celebrazione, in corso, del processo
in Corte di Assise a Cosenza -, si sono dispersi, diluiti
nell'ambiente, nel corso degli anni. E chissà se hanno o meno
causato malattie. Una risposta scientifica l'avrebbe potuta fornire
il Registro tumori della provincia di Cosenza, che sebbene istituito,
ed in attesa a brevissimo di essere accreditato dall'Airtum, non ha
ancora pubblicato statistiche sull'incidenza nell'area di malattie
oncologiche. Le attendiamo però a partire dalla prossima primavera,
magari in occasione del convegno nazionale Airtum che si terrà
proprio in Calabria, a Catanzaro.
Tuttavia, c'è ancora un
sito che desta non poca preoccupazione e del quale si è parlato in
commissione. Si tratta di un terreno sotto al quale l'Arpacal ha
rilevato amianto ed è localizzabile proprio a fianco del campo
sportivo L. Gagliardi in comune di Amantea, sempre lungo il corso del
fiume Oliva, dove passa a qualche metro di distanza la strada
Amantea-Aiello. A fine giugno scorso, anche un'ordinanza del comune
nepetino ne aveva prescritto la bonifica ai proprietari del terreno
entro 30 giorni, ma il tempo è decorso, almeno sinora, senza alcun
intervento. Vedremo come finirà anche questa appendice della storia.
Per ora, si avvia a
conclusione, uno dei capitoli della vicenda fiume Oliva. Non sarà
una bonifica, come ci si attendeva, che avrebbe comportato decine di
milioni di euro di spesa. Ma solo una messa in sicurezza dei siti,
lasciando in loco, supponiamo, il materiale inquinante.
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