LAGO – Per Cupelli, ex
sindaco di Lago - sfiduciato per effetto delle dimissioni di sei
consiglieri su dieci, tre di maggioranza e tre di opposizione,
avvenute lo scorso 22 febbraio -, non ci sono dubbi. È stata una
congiura di palazzo, una vera e propria cospirazione, con regia
occulta, che “danneggia il Paese e le famiglie di Lago”.
Il concetto è stato
detto e ripetuto sia da Angelo De Simone che domenica sera ha aperto
il comizio in piazza del Popolo, che da Vittorio Cupelli, in risposta
alle ragioni dei dimessi della ex maggioranza esposte nell'incontro
avvenuto nella sala consiliare una settimana fa.
Davanti alla cittadinanza
accorsa nella piazzetta, dal palco sul quale erano presenti anche gli
ex consiglieri rimasti fedeli (Mazzuca, Corrente, Sacco), De Simone
ha detto che il comune non è stato sciolto né per dissesto
finanziario, né per infiltrazioni mafiose. Anzi, il comune era ben
amministrato, e si stavano mettendo in opera una serie di iniziative,
come l’approvazione del Piano Strutturale Comunale, il progetto
sperimentale della raccolta differenziata con il metodo porta a
porta, raggiungendo eccellenze dell’80%, e diverse
cantierizzazioni di opere per circa un milione di euro. Insomma tutto
stava procedendo per il verso giusto, secondo l'ex assessore. E anche
i motivi dei tre ex consiglieri di maggioranza (le incomprensioni
politiche, la nomina di De Simone a metà gennaio scorso al posto di
Annalisa Iuliano e il despotismo di Cupelli) non erano tali da
giustificare le dimissioni. Anzi ne ha contestato “il metodo usato,
simile a quello della cospirazione” che ha portato allo
scioglimento del consiglio e all'arrivo del commissario prefettizio.
“C’erano diverse
strategie democratiche per dissentire e distinguersi dalla
maggioranza o dalla linea impartita dal Sindaco, che non hanno voluto
praticare – ha sottolineato De Simone -, come il voto contrario
alle delibere di giunta, il voto contrario in consiglio comunale,
diventare l’anima critica della maggioranza”.
Dal canto suo, Cupelli ha
detto di essere ancora confuso ed esterrefatto e di non comprendere
bene le ragioni che hanno portato alle dimissioni di Scanga, suo
vice, di Barone, presidente del consiglio uscente, e della Iuliano.
“Non c’è stato uno scontro politico, non c’è stato un momento
di contrasto interno, non c’è stato mai un momento – ha spiegato
- in cui la maggioranza non è stata unita su i problemi affrontati e
le decisioni da prendere”.
“Non si può
commissariare un comune – ha proseguito Cupelli - perché un
assessore è stato ruotato, o perché quell’incarico doveva essere
destinato ad altri”. Dunque, dice l'ex primo cittadino “le
ragioni vanno ricercate nell’avere preferito all’interesse
generale quello personale”.
Dopo le motivazioni degli
uni e degli altri, in vista delle elezioni di giugno, si attendono
ora le prossime mosse, e la formazione delle liste.
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