Campora San Giovanni, 12/09/2915 -
Sotto un sole splendente si è tenuta questa mattina alle ore 10,00
la cerimonia d’inaugurazione del nuovo edificio della Scuola
dell’Infanzia a Campora San Giovanni, che fa parte dell’I.C.St.
Campora S. G. – Aiello C., alla presenza delle autorità
scolastiche, civili, religiose e militari e di tanti bambini,
genitori e cittadini, che hanno voluto così sottolineare il loro
interesse e la loro viva partecipazione ad un evento che segna la
vita della comunità del luogo. Fra gli altri era presente anche l’ex
Dirigente Scolastico, dott.ssa Nella Pugliese.
Dopo il taglio del nastro a mani
incrociate da parte del Sindaco Sabatino, dell’Assessore alla P.I.
Emma Pati e del Dirigente Scolastico, prof.ssa Caterina Policicchio,
ed il rito sacro della benedizione a cura del rev.do don Apollinaris,
gli interventi che si sono succeduti hanno evidenziato una
sostanziale unità di vedute e d’intenti, quasi a voler esprimere
la comune e concorde volontà di crescita della comunità camporese,
proiettata verso un futuro di progresso.
I saluti del Sindaco Sabatino
sottolineano il lavoro fatto dai genitori, dagli operai e dai docenti
per arrivare alla giornata odierna, superando ostacoli e difficoltà.
Ma alla fine “aprire nuove scuole è motivo di orgoglio. (…).
Aprire una Scuola dell’Infanzia è sintomo di una comunità che
cresce” sono le parole del Sindaco, che ricorda anche che
l’edificio che oggi viene simbolicamente consegnato ai bambini è
opera anche della precedente Amministrazione Comunale ed i tempi
lunghi sono dovuti alle enormi difficoltà burocratiche che si sono
frapposte all’ultimazione dei lavori ed alla consegna dell’opera.
I bambini potranno crescere in questa struttura che è destinata
proprio a loro. A conclusione del suo breve intervento, il pensiero
del Sindaco va ai “tanti bambini che non riescono a passare il
mare”.
L’Assessore Pati, intervenendo
brevemente, ricorda che l’edificio è nato anche grazie alla
donazione del terreno da parte dell’avvocato Alberto Mauri, cui per
riconoscimento viene intitolata la Scuola; per questo anche a nome
della collettività di Campora ringrazia la famiglia Mauri e
sottolinea che “la scuola è a misura dei bambini”.
Segue un breve saluto da parte delle
maestre della Scuola dell’Infanzia, che così inaugurano il nuovo
anno scolastico con la ferma volontà di contribuire alla crescita
dei bambini che la frequenteranno.
A sottolineare il significato di questa
giornata intervengono anche le parole del Presidente del Consiglio
d’Istituto, sig.ra Lidia Matera, che esprime viva soddisfazione per
l’opera compiuta, dicendo tra l’altro in modo ampiamente
significativo: ”Io qui mi sento a casa”.
A questo punto prende la parola la
Dirigente Policicchio la quale, nonostante abbia preparato degli
appunti, preferisce nell’occasione parlare a braccio. A nome
dell’Istituzione Scolastica rivolge “un cordiale saluto alle
Autorità civili e religiose, all’Amministrazione Comunale, al
Sindaco ed all’Assessore Pati, ai docenti, agli studenti, ai
genitori ed a tutti coloro che sono qui, pur non essendo genitori,
per condividere con noi questo importante momento. Valorizzare la
scuola significa promuovere cultura, educazione, formazione, favorire
coesione sociale e democrazia, capitale umano e occupazione a
beneficio dei nostri studenti e dell’intera collettività.
Inaugurare una scuola è condividere con la comunità la visione o,
meglio, la missione stessa della scuola. In questo caso è per me
motivo di gioia particolare perché inauguro una scuola della mia
città. (…). Questo evento, sobrio e partecipato, non vuole essere
un’occasione solamente celebrativa, ma intende sottolineare
l’importanza dell’istruzione e della formazione per la crescita
umana e culturale dei giovani e rappresenta una significativa
opportunità di vicinanza e di attenzione delle Istituzioni nel
momento di avvio di una nuova esperienza formativa ed educativa, con
ricadute importanti sull’intera comunità e per lo sviluppo del
nostro Paese. Oggi consegniamo simbolicamente questa scuola alle
nuove generazioni. Festeggiamo questa scuola, una struttura
senz’altro straordinaria e degna di lode; ma personalmente credo
che ciò che rende davvero eccezionale quest’edificio sia ciò che
esso porta dentro: il servizio che offre, la funzione che svolge per
la nostra comunità. È una scuola che mette sempre la persona al
centro ed il mio più profondo e sentito benvenuto va a quelle
persone che rendono speciale questa scuola, a quelle persone che
sanno farla brillare, splendere, vivere. Sì, queste persone sono
proprio loro, i bambini; i bambini, che con il loro entusiasmo, la
loro energia e la loro voglia di vivere fanno vibrare l’anima di
questa scuola, la rendono una scuola speciale, una scuola unica, una
scuola che lascia il segno, una scuola che rimarrà per sempre nei
ricordi di chi l’ha frequentata come una tappa meravigliosamente
felice e indimenticabile della propria vita; una scuola che porterà
il bambino per mano fino alla scuola dell’obbligo, insegnandogli a
superare le piccole e grandi sfide che la vita gli presenterà; una
scuola che sosterrà la famiglia, ossia i genitori, nel difficile
compito di far crescere i loro figli, ascoltando con attenzione le
loro esigenze ed offrendo un servizio elastico ed attento ai loro
bisogni. (…).
La Scuola dell’Infanzia è il primo
gradino del nostro sistema d’istruzione. Le Indicazioni nazionali
per il curricolo della Scuola dell’Infanzia e del primo ciclo 2012
affermano con chiarezza che la Scuola dell’Infanzia, la Scuola
Primaria e la Scuola Secondaria di primo grado costituiscono il primo
segmento del percorso scolastico e contribuiscono in modo
determinante all’elevazione culturale, sociale ed economica del
Paese e ne rappresentano un fattore decisivo di sviluppo e
d’innovazione. In questo percorso la Scuola dell’Infanzia
costituisce la base essenziale per il buon esito dell’apprendimento
permanente, dell’integrazione sociale, dello sviluppo personale e
della successiva occupabilità, come afferma la Commissione Europea
nel 2011. Ed ancora ci ricorda fin dal 2006 in ‘Efficienza ed
equità nei sistemi europei d’istruzione e formazione’ che
‘l’istruzione preelementare presenta il rendimento più elevato
in termini di risultati e di adattamento sociale dei bambini’.
Quindi bisognerebbe intervenire ‘nell’istruzione preelementare
quale mezzo efficace per creare le basi di ulteriore apprendimento,
prevenendo l’abbandono scolastico, rendendo più equi i risultati
ed elaborando i livelli complessivi di capacità’. (…). Invece
nel nostro Paese la Scuola dell’Infanzia sta vivendo una vera e
propria emergenza a causa delle crescenti difficoltà economiche
delle famiglie e degli Enti Locali”. A questo punto la Dirigente
mette in relazione la precarietà e la discontinuità della frequenza
della Scuola dell’Infanzia con l’aumento della dispersione
scolastica. L’unica risposta valida a questo problema è
l’istituzionalizzazione dell’obbligo di frequenza del terzo anno
di Scuola dell’Infanzia per poi arrivare all’obbligatorietà di
tutto il percorso, secondo l’idea di un segmento 3-18. A questo
proposito la Dirigente va anche oltre e ricorda la sua esperienza
nella scuola di Bianchi, dove aveva bambini di età compresa tra i
due e i tre anni. E si spinge ad anticipare la sua intenzione
prossima futura: proporrà un apposito progetto finalizzato ad
accogliere i bambini prima dei tre anni. È questo il modo concreto,
secondo la Dirigente, per combattere il fenomeno della dispersione,
nella quale in Italia siamo lontani dai parametri europei e presso di
noi si riscontrano ancora picchi elevatissimi, soprattutto nelle
isole e al Sud. “In questi giorni sta cominciando l’anno
scolastico in tutta Italia. Quanti ragazzi abbiamo perso?” si
chiede la Dirigente. Ecco perché bisogna puntare “all’accesso
scolastico precoce attraverso il potenziamento della Scuola
dell’Infanzia, l’incremento del tempo scuola e l’ampliamento
delle offerte per tutta la fascia dei piccoli. (…). Così daremo
attuazione concreta alla nostra Costituzione laddove dice che ‘la
scuola è aperta a tutti’ e daremo un senso a quell’aggettivo
bellissimo: aperta. L’apertura è il contrario della dispersione,
che è la chiusura delle prospettive. Bisogna essere aperti nello
spazio e nel tempo. Il tempo della scuola non è solo tempo dello
studio: è il tempo della società, dell’incontro. Aprire la scuola
vuol dire dare altro tempo ai nostri ragazzi per leggere in
biblioteca, per fare sport, per stare insieme. ‘Docendo vitae
consulimus’ dice un’antica formula, che richiama la stretta
relazione della scuola con la vita e ripropone la scuola come maestra
di vita nel senso che l’insegnante si occupa della vita dei
ragazzi, perché ha cura della loro indipendenza e della loro
intraprendenza; egli non ordina agli alunni come devono vivere, ma
piuttosto apre alla vita, è il mentore, il loro fido consigliere, la
guida saggia e paterna, come lo fu per Telemaco quel Mentore a cui
Ulisse, nell’Odissea, affidò il figlio prima di partire per la
guerra di Troia. Sono affezionata a questo termine, ‘mentore’,
che oggi usano soprattutto gli inglesi ed è molto importante nel
mondo della ricerca scientifica. (…). Il mentore dà consigli, non
ordini: il suo scopo è fare sviluppare la persona e renderla
indipendente, educandola al confronto, appunto all’apertura”.
Passando infine alla scuola come
struttura edilizia, la Dirigente si sente di ringraziare i
progettisti per l’opera progettata e realizzata, funzionale ad una
scuola intesa come “spazio di apprendimento, nel quale può aver
luogo la qualità dell’insegnamento”. Una scuola dell’infanzia
così fatta è “un’istituzione educativa che si offre come luogo
di crescita del bambino e luogo d’incontro con le famiglie. La
caratterizzazione degli ambienti e l’articolazione dei tempi
offrono ai bambini e alle bambine l’opportunità di vivere
pienamente la loro giornata attraverso l’organizzazione di giochi
di gruppo e di giochi spontanei e attraverso la condivisione di
momenti di vita quotidiana”.
Conclude il suo appassionato
intervento, fatto di considerazioni pratiche, di richiami didattici,
psicopedagogici e legislativi e di propositi innovativi, rivolgendo
“un sincero e profondo ringraziamento a tutti coloro che hanno
contribuito alla realizzazione di questa importante opera, per aver
regalato a moltissime generazioni future un sereno, piacevole e
accogliente ambiente in cui avere la fortuna di crescere”. Alla
fine richiama un aforisma attribuito a Oscar Wilde: “La scuola
dovrebbe essere il luogo più bello di ogni città e paese: così
bello che i bambini disobbedienti, per punizione, il giorno dopo
dovrebbero essere chiusi fuori della scuola“.
Conclusa questa prima parte della
cerimonia d’inaugurazione, la scuola viene aperta al pubblico dei
partecipanti, i quali, insieme al personale della scuola ed alle
autorità si spargono per i vari ambienti a visitare ed ammirare le
aule ampie, spaziose, luminose, dotate di ampie vetrate che danno su
spazi a cortile: un ambiente veramente accogliente. Un lungo e
nutrito buffet infine accoglie gli ospiti con l’offerta di pietanze
varie e di ogni tipo, adatte a tutti i gusti e ad ogni golosità,
dono generoso delle famiglie dei bambini che dopodomani cominceranno
a frequentare questa scuola.
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