Storie di Emigrazione. Le spoglie del sindacalista calabrese Ferdinando Aloisio ritornano in patria dall'Argentina, a quasi 40 anni dalla morte. Il comune di Aiello gli intitolerà una strada; e la Cgil di Amantea, la Camera del Lavoro
AIELLO CALABRO – A
Nando Aloisio (nella foto) sarà intitolata una strada della cittadina, variando
la denominazione dell'attuale corso Umberto I in corso Ferdinando
Aloisio. La decisione dell'Amministrazione comunale è stata adottata
in vista dell'arrivo delle ceneri di Aloisio previsto a fine luglio.
Per volere della famiglia, dopo quasi quarant'anni dalla morte
avvenuta a Buenos Aires il 12 novembre 1975, a seguito di un delicato
intervento al cuore, le spoglie del dirigente dell'Inca-Cgil per
l'America Latina - che ha contribuito al progresso dei lavoratori
italiani in Argentina, figura di primissimo piano per l’emigrazione
italiana - saranno accolte con una cerimonia pubblica, in più
momenti. In programma, inoltre, anche l'intitolazione al
sindacalista della Camera del Lavoro di Amantea.
Aloisio, nato ad Aiello
nell'aprile 1923, è uno degli emigrati che – come si legge nella
delibera di Giunta appena pubblicata - «ha dato lustro al suo paese
natio». Una vita, la sua, sempre “con los pobres de la tierra”,
caratterizzata dall'impegno civile, politico e sindacale sia in
Calabria che da emigrato in Argentina, dove – soprattutto negli
anni che precedono il golpe militare del marzo '76 – era rischioso
testimoniare le proprie idee e la militanza politica a sinistra.
Dal 1944 al 1946 aveva
lavorato nell’Ucsea di Aiello, l'ufficio comunale statistico
economico dell’agricoltura, poi l’impegno in politica lo aveva
portato, dal 1943, ad organizzare la Camera del Lavoro e la sezione
locale del P.C.I. di cui è il primo segretario, oltre che membro del
Comitato federale di Cosenza. Nel 1947-48 è con i contadini della
sua regione per l’occupazione delle terre. Dopo quella esperienza,
chiuso per ordine governativo l’ufficio Ucsea, si ritroverà senza
lavoro e giunge il momento di partire, come fanno in quel periodo
tantissimi altri calabresi, per dare sostegno economico alla numerosa
famiglia.
Nella capitale federale,
dove si stabilisce, è molto attivo nella vita associativa degli
emigranti italiani; è membro di Unione e Benevolenza, di Feditalia,
e fa parte del Gruppo Permanente del Lavoro e del Comitato di
Coordinamento delle attività assistenziali del Consolato Generale
d’Italia. Intensifica, poi, a partire dal 1969, con la nomina a
presidente della Commissione Nazionale del Patronato Inca-Cgil, e con
la partecipazione, dal 1972, come esperto del Comitato Consultivo
degli Italiani all’Estero con sede a Roma, l’attività a favore
degli emigrati.
Rassegna stampa
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Di seguito, la delibera di GM.
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