(Testo concepito in margine al convegno sul tema “Tra Temesa greca a Tempsa romana: recenti scoperte e nuove conferme”, tenutosi a Campora San Giovanni a cura del Rotary Club di Amantea e di quello di Paola).
di Franco Pedatella
Qual terra è questa ch’è di studi al centro
delle università da presso e lungi
che vogliono studiarne nel passato
la storia della gente che l’arava,
l’arte di far metalli a effigie umana
o a figurazione di animali
o a forma di oggetti quotidiani,
e templi costruir, palazzi e tombe
ed il pensiero al ciel e a terra volto
per trarne mo’ di vita quotidiana?
Da Napoli, Messina, da Perugia,
dalle università della Calabria
vien l’interesse a far di questa terra
di conoscenza oggetto, per scoprire
qual ruolo ebbe nel Mediterraneo,
quando gli Achei distrusser l’alta Troia
e prima, all’apparire dei metalli
negli usi della vita quotidiana,
o quando il cedro asiatico portavano
navi fenicie e merci per i mari.
Di questo mondo Temesa era il cuore
o nulla cosa? Solo rozzo borgo
d’uomini che vivevan vita grama?
Forse scintilla nuova sotto il sole
domani scoccherà e luce nuova
a piano, monti e mare farà lume.
Splendide allor saranno le contrade,
dove Odisseo lasciò compagno caro
e féa timor Polite alle fanciulle,
finché liberator venne dall’Jonio.
I figli d’oggi attendon questa luce
per farne di rinata vita il segno.
Tu, viaggiatore, torna qui a vedere
ville romane, greche navi e merci
eolie ed a conoscere le leggi
che divina saggezza in esser pose!
Campora San Giovanni, 15 novembre 2014
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