«Quanto accaduto negli ultimi giorni
ad Amantea non deve essere soltanto stimolo di riflessione, ma deve
prefigurare una reazione delle coscienze che deve partire dalle
istituzioni e soprattutto dalla società civile. Questa è la sfida
da vincere nei prossimi mesi».
Il presidente della Consulta per le
pari opportunità, Giusi Osso, non solo manifesta l’incondizionata
solidarietà e vicinanza al primo cittadino Monica Sabatino ed agli
altri componenti dell’esecutivo che, loro malgrado, sono stati
vittime di un disegno criminale, finalizzato ad instaurare in città
un nuovo clima di terrore e paura, ma va decisamente oltre,
programmando un percorso condiviso che intende mettere insieme da un
lato l’amministrazione comunale e dall’altro la gente perbene ed
onesta. Politica e collettività devono tornare dunque a camminare
insieme, confrontandosi e non scontrandosi.
«Attendiamo – evidenzia la Osso –
che la magistratura e le forze dell’ordine facciano la loro parte.
Ma anche noi consiglieri che abbiamo responsabilità di governo e la
comunità che non può chinare la testa dobbiamo metterci del nostro.
La legalità e la trasparenza devono essere fari illuminanti. E le
scelte intraprese non solo vanno sostenute, ma difese e portate
avanti senza ripensamenti e soprattutto senza tentennamenti. Il
messaggio che intendo lanciare è semplice e diretto: la città è
chiamata a mostrare la sua parte migliore, tralasciando diversità di
vedute e di opinioni che fanno parte del dibattito politico, ma che
non possono essere usate come alibi per restare nel silenzio e
nell’attesa. Dobbiamo partire dal presupposto che quelle pallottole
calibro 9 non sono state consegnate solo al sindaco, al consigliere o
agli assessori, ma è come se fossero state inviate ad ogni cittadino
onesto che lavora e manda avanti con sacrificio la propria vita e la
propria famiglia, creando i presupposti per offrire ai propri figli
una società diversa, migliore di quella attuale».
«Oggi più che mai – prosegue la
Osso – dobbiamo sentirci parte integrante di una comunità che non
vuole piegarsi al malaffare e alla sopraffazione. Da questo punto di
vista eserciterò al meglio la delega sull’educazione alla legalità
che mi è stata concessa dal primo cittadino per offrire esempi
positivi e modelli di riferimento alle nuove generazioni. Sono loro
più degli altri che devono essere coinvolti e non abbandonati,
facendogli comprendere la diversità tra il bene ed il male, tra
l’onestà e la corruzione, tra il diritto e l’illecito. La
legalità è cultura e come tale va trasmessa e comunicata nel
migliore modo possibile. Il compito sarà arduo, ma ho la certezza
che le forze sane della città saranno al mio fianco. Punto di
partenza di questo percorso, la Consulta della legalità composta dai
rappresentanti del mondo scolastico, dell’associazionismo, delle
parti sociale, delle forze dell’ordine, della Protezione civile».
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