
Circola ormai da più tempo la notizia
che il Governo ed il CSM, nell’ambito di una redistribuzione territoriale degli
Uffici giudiziari calabresi, avrebbero intenzione di chiudere - tra gli altri -
il Tribunale e conseguentemente la Procura della Repubblica di Paola.
Ove questa sciagurata ipotesi
dovesse concretizzarsi il Tirreno cosentino perderebbe un importante presidio
di legalità e pertanto tutte le istituzioni e con esse l’intera popolazione interessata,
devono mobilitarsi per impedire che un territorio infestato da diverse
organizzazioni mafiose e fatto oggetto di traffici illeciti di ogni tipo
(droga, rifiuti tossici, riciclaggio ecc.) possa restare privo di un così
importante ufficio giudiziario.
Il territorio sul quale si
esercita la competenza del Tribunale e della Procura di Paola presenta tutte le
caratteristiche che imporrebbero un rafforzamento di tutti i presidi di
legalità presenti, mentre invece, per una logica puramente economica, viene
ipotizzato un loro ridimensionamento. Giustificare una tale sciagurata
decisione sulla base dell’organico esistente, o delle sentenze, o degli affari
generali, è quanto di più errato ed illogico si possa immaginare; se un Ufficio
giudiziario viene lasciato sotto organico per anni è evidente che la sua
produttività si riduce mentre, per converso, crescono la criminalità e l’impunità. Ben altri devono essere i
criteri che devono presiedere a decisioni sul ridimensionamento degli uffici
giudiziari in Calabria.
Nei comuni del Tirreno cosentino
operano numerosi clan organizzati che condizionano la vita economica, sociale e
politica, per come hanno dimostrato le operazioni antimafia condotte negli
ultimi anni e che hanno visto protagonista la procura di Paola.
Il territorio, ed anche il mare che lo bagna, sono fatti oggetto delle più
pericolose attività di pirateria
ambientale, condotte dalle mafie locali e dalle imprese criminali ad esse
collegate, che si sono sostanziate con l’interramento di migliaia di tonnellate
di rifiuti tossici ed anche radioattivi nei fiumi (vallata dell’Oliva) e con un
inquinamento continuo delle acque del mare. La procura della Repubblica di
Paola, diretta dal dottor Bruno Giordano, ha dimostrato una capacità
investigativa su questi tipi di reato che pochi altri Uffici similari hanno
finora avuto in Italia, riuscendo ad individuare responsabilità e collegamenti
criminali sui quali la Magistratura giudicante è chiamata a pronunciarsi. Solo
la presenza di questi presidi di legalità sul Tirreno cosentino ha finora
impedito che l’intero territorio cadesse completamente nelle mani dei mafiosi e
dell’imprenditoria criminale da loro controllata. La chiusura del Tribunale sarebbe una
palese ammissione di sconfitta dello Stato ed una evidente resa della lotta
alla mafia.
Per tali ragioni il comitato civico Natale De Grazia,
invita tutte le istituzioni locali a porre il problema all’ordine del giorno
dei loro interventi e decisioni, realizzando tra di loro un coordinamento
stabile. Alle forze sindacali ed alla popolazione di tutti i comuni interessati
rivolge un appello affinché abbia inizio una mobilitazione di massa per
impedire la chiusura dei presidi giurisdizionali presenti sul territorio. Auspichiamo
inoltre che il CSM ed il Governo valutino ogni decisione sulla base di criteri fattuali quali la criminalità esistente ed
operante, i reati commessi, le condizioni di precarietà degli uffici e non
invece sul criterio della riduzione delle spese di Giustizia.
Alla popolazione di ciascun
Comune interessato, alle associazioni di volontariato, alle organizzazioni di
categorie produttive, rivolgiamo un appello per
avviare una mobilitazione unitaria, che prescinda da ogni tipo di
diversità ideologica, organizzativa o funzionale, con l’intento di costruire,
ove necessario, un coordinamento tra tutti i cittadini del Tirreno cosentino
che hanno a cuore la difesa della legalità, della libertà e dell’agibilità
democratica sul territorio in cui viviamo.
Amantea 29 maggio 2012
Comitato De Grazia Amantea
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