Riceviamo e pubblichiamo
Leggendo l'appello del
Sindaco del Comune di Aiello Calabro a proposito dello sciopero del prossimo 6
settembre non posso fare a meno di commentare.
A volte, nella vita, si
ritiene doveroso ascoltare e non ribattere per evitare le solite sterili polemiche.
Altre volte, invece, è altrettanto doveroso intervenire non fosse altro per
sottolineare e far capire ad "alcune persone" che credono di poter
sempre "recitare" che la commedia è finita.
E' il caso del Sindaco
di Aiello che, anche questa volta ed in un momento di particolare importanza
per la sopravvivenza (quella vera) del nostro Paese non perde occasione per
"apparire" quale sostenitore dei diritti civili. Lo ha fatto per il
Crocifisso da appendere nella "sua stanza"; lo ha fatto per il
referendum sull'acqua pubblica. Anche oggi, dimenticando per un momento che da
una vita vive di politica, si scaglia su questo attuale Governo (non a torto, questa
volta) ed ancor di più su quello Regionale reo di aver abbandonato la "sua
Calabria" e la sua amata Provincia al declino perenne.
A suo dire, quello che
oggi resta di questa martoriata terra è solo frutto di questi ultimi Governanti.
Ospedali mal funzionanti; disoccupazione alle stelle; sperpero di denaro
pubblico; chiusura di alcune strutture locali con le dovute conseguenze
occupazionali (leggasi Serra di Aiello); etc. etc.
Scioperare, quindi, il
6 di settembre è un dovere di noi tutti Cittadini a qualsiasi casta di lavoro
si appartenga perché se l'intero Paese Italia è in difficoltà lo è certamente
ancor di più il nostro SUD che se si trova, ormai, da decenni negli ultimi
posti di qualunque classifica lo deve principalmente alla "grande capacità
politica ed alta moralità" di tutte queste persone che con la politica e
nella politica hanno trovato il loro "agio" e che oggi si accusano a
vicenda.
Ormai da anni le
retribuzioni dei lavoratori dipendenti crescono nel nostro paese al di sotto
del livello d'inflazione.
Dove sarebbe finito il
nostro Paese senza il contributo di responsabilità dato dal mondo del lavoro
dipendente nel momento in cui sono venuti al pettine i nodi di una serie
infinita di "disinvolture"?
Scioperi al minimo
storico e retribuzioni in ritardo rispetto alla velocità dei prezzi non possono
coabitare all'infinito.
Lo dice il buon senso
e lo insegna l'esperienza.
Il Sindacato, quello
con la S maiuscola, non deve dipendere dalla politicante tantomeno da una certa
politica opportunistica. Il sindacato (speriamo quello unitario) è il solo ed
unico riferimento dei lavoratori. Tutti i lavoratori.
Cipputi, come spesso
si diceva, la sua parte l'ha fatta. Non converrebbe proprio fargli perdere la
pazienza.
Sosteniamo, pertanto, il
6 settembre i nostri diritti e principalmente il futuro dei nostri figli
sostenendo il sindacato.
Ernesto
Cicero
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