Il prossimo 6 settembre ci sarà lo Sciopero Generale indetto dalla Cgil per protestare contro la manovra economica del Governo.
Qui di seguito, un comunicato sull'adesione alla giornata di protesta del Comune di Aiello Calabro, diffuso sul sito web istituzionale.
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Questo Governo nemico
dei giovani, dei lavoratori, del Mezzogiorno e della Calabria –afferma Iacucci-
deve dimettersi e ammettere di avere fallito su tutta la linea. Il Paese e la
Calabria, in particolare, non possono più sopportare che siano sempre i giovani
e le classi più deboli a pagare i debiti di tutti.
La manovra presentata
nei giorni scorsi va in questo senso: è iniqua, colpisce i redditi medio-bassi,
non tocca gli evasori, divide e deprime ulteriormente la crescita del Paese,
non contiene alcun investimento per il Sud e per le giovani generazioni.
La regione e la
provincia di Cosenza, che è la più grande della Calabria, pagheranno il prezzo
più alto di questa manovra scellerata che rende ancor più povero chi povero lo
è già e affama le famiglie, costrette a fare i salti mortali per arrivare alla
fine del mese. Le nostre popolazioni sono ormai allo stremo. I piccoli e i
grandi comuni sono costretti ogni giorno a barcamenarsi tra nuove tasse e
balzelli di ogni tipo. Se poi, ai danni causati dai tagli lineari del Governo,
nel nostro territorio si aggiungono le scelte sbagliate di una Giunta Regionale
che non ha il coraggio di difendere la propria terra e i propri concittadini,
si capisce che le nostre popolazioni sono ormai ad un passo dalla disperazione.
Chiudono gli ospedali, i livelli essenziali di assistenza e di cura rischiano
di non essere nemmeno garantiti, il blocco, deciso da Roma, dei fondi per l’A3
e la Statale 106 sono il segno più evidente di quanto questo governo, con il
silenzio complice dei parlamentari di centrodestra, tenga in considerazione
questa nostra regione.".
"E’ ora di
scendere in piazza numerosi, uniti e compatti -conclude Iacucci- per ribadire
la nostra contrarietà a questa manovra e dare voce ai problemi del territorio.
Più saremo e più forte e ascoltato sarà il nostro grido di disagio e di
sconforto per una situazione che rischia, col passare dei giorni, rischia di
diventare sempre più drammatica. La Calabria non può più essere considerata
l’ultima regione dell’Italia e dell’Europa!"
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