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Berlusconi: l’indecenza del beffeggiamento dei Tribunali e la “pancia” degli Italiani

di Franco Pedatella (dal suo Blog personale francopedatella.com)
È veramente indecente, non solo vergognoso, verrebbe da dire inenarrabile, quello che sta facendo il Presidente del Consiglio italiano dinanzi al Tribunale di Milano.
Colui che con la sua stessa persona e per la sua stessa presenza dovrebbe esaltare il senso delle Istituzioni e le Istituzioni medesime, le beffeggia con fare da Pulcinella e si comporta da teatrante di vile valore, tentando di capovolgere, con quella che egli chiama “la piazza”, il sacro palazzo dello Stato.
Non si era mai giunti prima d’ora a questo stato, in nessun Paese del mondo un rappresentante delle Istituzioni ha mai fatto qualcosa del genere.

Se vogliamo cercare dei precedenti, possiamo subito andare con la memoria all’atteggiamento di sfida aperta, con evidente sottintesa minaccia di vendetta e di ritorsione, assunto da capimafia di fronte ai giudici, perché sicuri d’impunità.
Ma quelli erano mafiosi, rappresentanti dell’antistato.
Da italiano, non verrei un presidente che si comportasse così. Ed invece ce l’ho e la cosa non è sopportabile.
Non lo sarebbe neppure se ci trovassimo di fronte ad una sentenza già scritta!
La memoria storica e la tradizione ci hanno tramandato almeno due sentenze già preannunciate: quella contro Gesù Cristo e quella contro Socrate. Ma ambedue si sono mostrati rispettosissimi delle leggi e non si sono sottratti né al tribunale né alla sentenza, pur sapendo di subire un’ingiustizia.
Ora il nostro personaggio si trova migliaia di anni-luce lontano da quei due, sia storicamente che moralmente. Quelli non avevano incarichi pubblici da legittimare moralmente di fronte all’opinione pubblica, eppure hanno accettato dignitosamente il processo farsa a loro carico e non si sono sottratti alla condanna. Potevano farlo.
Non avevano fatto commercio di nulla con nessuno. Uno dei due, Gesù Cristo, aveva cacciato i mercanti dal Tempio.
Il nostro Presidente del Consiglio, invece, è un commerciante. È bene, quindi, che dimostri di non aver violato le leggi dello Stato. Potrebbe e dovrebbe risparmiare al Paese, se fosse un degno presidente, quest’ennesima figura di paese di Pulcinella, che gli Italiani non meritano.
Pulcinella è solo un’invenzione  letteraria e teatrale dei nostri artisti, e noi siamo un popolo di artisti, non di Pulcinella. Il Pulcinella lo facciamo, se è il caso e al momento, per mestiere, ma non appartiene al nostro essere profondo. Basta guardare la nostra storia e gli uomini che l’hanno fatta.
E poi, vergogna delle vergogne, alla fine fa l’affondo, tirando in ballo il costo delle indagini giudiziarie che gravano sulle tasche degli Italiani!
Parla così perché vuole parlare, evidentemente sa di poterlo fare, alla “pancia” degli Italiani.
Considera evidentemente gli Italiani solo pancia, fatti solo di pancia.
Non credete, cari Italiani, che sia il caso che noi siamo pensiero, soprattutto pensiero?
E in quanto pensiero, abbiamo individuato da tempo che la giustizia è il principio stesso della civiltà.
Basta leggere Cicerone. I Romani sono i Padri del diritto. Un famoso passo di Ugo Foscolo recita:
“Dal dί che nozze, tribunali ed are/ dièro alle umane belve esser pietose/ di sé stesse e d’altrui […]”.
Questa della pancia, quindi, è un’altra offesa, un’altra vergogna, almeno per chi ha il senso del pudore e quindi sa arrossire per la vergogna.
Ancora oggi, come se niente fosse, ha parlato alla pancia dei Lampedusani, quando ha annunciato di aver comprato una villa a Lampedusa: è il solito ricco, maledetto nelle favole e nelle parabole, che getta le monetine che gli cadono dalle tasche, o il ricco Epulone che getta i resti del lauto banchetto ai cani ed ai servi.
Si tratta, cari Italiani, di un’altra, l’ennesima purtroppo, trovata pubblicitaria di un venditore di fumo. Il tragico è, però, che in questo caso si fa confusione tra pubblico e privato, si vende l’altrui, il pubblico, e si guadagna nel privato.
Cleto, 30 marzo 2011

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