È oramai risaputa, almeno si spera, la storia che lega Geniale, un giovane di circa 14 anni, ad Aiello. La storia agiografico-leggendaria trasmessa da padre in figlio ad Aiello e che Scipione Solimena riporta nel suo volume del 1902 è quella del martirio di sette fratelli davanti alla loro Madre durante una persecuzione. Le sue Reliquie, come descritto nell’Atto notarile, estratte dalle catacombe romane di S. Lorenzo, furono concesse all’Universitas Aiellese nel 1667 per tramite del Cardinale Alderano Cybo, esponente di spicco della famiglia allora feudataria di Aiello. Il 26 luglio di quell’anno, la “capsula quadrata”, contenente le reliquie e la boccia con il sangue del martire, giunse ad Aiello Calabro e fu portata nella Chiesa del Monastero di Santa Chiara. Il 6 maggio del 1668, il Vicario generale di Tropea, Don Orazio D’Amato, inviato dall’allora vescovo titolare monsignor Luigi De Morales Agostiniano Spagnolo, constatato che i sigilli erano intatti, nomina Geniale patrono della cittadina.
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