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Navi dei veleni. Parla Gianni Lannes

Fonte Il Quotidiano della Calabria 10.02.10 pag. 17
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Rifiuti radioattivi, Lannes: "Io ho le prove e le pubblicherò"
Intervista integrale di Giulia Fresca su Articolo 21
«Basta con le menzogne. Chiedo al Governo in carica di dare risposte urgenti e veritiere sulle sorti dei rifiuti radioattivi che invadono l’Italia e che continuano a sparire senza che se ne conosca la destinazione. Chiedo che si metta fine a questa farsa sulle navi dei veleni che il Governo ha voluto definire un caso chiuso. Il caso è apertissimo, anzi è spalancato. Io ho le prove e le pubblicherò in un dossier che sarà presentato dopo le elezioni regionali presso la sede della Stampa estera in Italia a Roma ed a Strasburgo, perché ai 62 milioni di tonnellate di rifiuti tossici che produce l’Italia si aggiungono quelle dei Paesi europei e non solo, e che hanno abbandonato nelle oltre 180 navi dei veleni nel Mediterraneo sulle quali stava indagando Natale De Grazia che ci sono ancora adesso». Ha esordito così Gianni Lannes, il giornalista investigativo pugliese, sotto scorta per le minacce ricevute a seguito delle sue indagini, giunto a Cosenza ieri mattina per iniziare un breve tour di presentazione del suo libro "Nato: colpito e affondato" (Edizioni la meridiana). Nel corso della conferenza stampa organizzata nella sede della Cgil di Cosenza e promossa dal Forum delle Associazioni, Lannes ha sviscerato i Segreti di Stato che nascondono le vicende più oscure del nostro Paese. Non ha risparmiato fendenti ed ha mostrato documenti che attestano «le menzogne del Governo Berlusconi e del Ministro Prestigiacomo». Introdotto da Massimo Ianni per la Cgil, da Franco Iachetta e Francesco Cirillo del Comitato Beni Comuni, a dare forza alle affermazioni di Lannes c’erano anche Francesca Munno del Comitato Civico “Natale De Grazia” ed Alfonso Senatore e Marcello Nardi del Forum ambientalista. Noi lo abbiamo intervistato.
Gianni Lannes, giornalista di testate nazionali e firma storica di importanti inchieste per la Rai con Gianni Minoli. Oggi vive scortato ma non si ferma perché?Sono giornalista investigativo da oltre venticinque anni e mi considero una specie in via d’estinzione per essere uno dei pochi che ancora vive ed opera sul campo, in prima linea. Non mi fermo perché sono convinto che quando vado alla ricerca di qualcosa poi la trovo, come è successo per la storia delle scorie. Solo sette mesi fa ho accettato di estendere l’inchiesta sulle navi dei veleni ed ho iniziato a condurre ricerche negli archivi storici nella banca dati Lloyd's di Londra, dell’Aimo, l’unico strumento che codifica la nave aldilà del nome che porta, e del Ministero della Difesa e della Marina Militare. Mi chiedo con quale coraggio il ministro Prestigiacomo, lo scorso 29 ottobre 2009 ha deciso, insieme al procuratore antimafia Piero Grasso di definire il caso “chiuso”. Il caso è apertissimo, anzi è spalancato ed io ne ho le prove.

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