
Così, nei prossimi giorni – riporta il Corriere della Sera – un pool di medici legali allestirà nel cimitero un ospedale da campo: dopo aver disseppellito i cadaveri cercheranno sui resti i segni di un’eventuale morte violenta. Quindi le spoglie passeranno ai carabinieri del Ris, che dovranno comparare il Dna estratto dalle ossa con quello dei pazienti dei quali si sono perse le tracce nell’arco di 18 anni: ai parenti i responsabili della casa di riposo si sono limitati a dire che il congiunto “non si trova più, è sparito”.
Già l’anno scorso i carabinieri hanno provato ad aprire due loculi: all’interno c’erano non due bare, come sarebbe stato lecito aspettarsi, ma quattro. Ma anche in questo caso non si sa di chi siano le spoglie contenute nei feretri. Per questo la Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio volontario e occultamento di cadavere: il sospetto, insomma, è che quei pazienti “spariti” non se ne siano andati dalla clinica sulle loro gambe. Anche perché, in più di un caso, le loro gambe non potevano usarle, trattandosi di paralitici.
Sulla struttura le indagini erano iniziate nel 2007, quando Procura e guardia di Finanza, dopo aver sbirciato nei bilanci, scoprirono un’irregolarità dopo l’altra. Dai faldoni dei bilanci alle cartelle cliniche il passo è stato breve, ma i dubbi si sono infittiti invece di chiarirsi: ora l’intervento di forze di medici legali al cimitero potrebbe finalmente fare luce sul mistero.
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