Passa ai contenuti principali

Pubblicata la richiesta di manifestazioni d’interesse per l’istituto Papa Giovanni. Entro il 25 le proposte

Fonte Il Quotidiano della Calabria 7 giugno 08, pag. 15 (di Salvatore Muoio)

SERRA D'AIELLO - Saranno aperte a mezzogiorno del 26 giugno, davanti al notaio, le buste contenenti le manifestazioni d'interesse per l'acquisizione delle attività e dei beni dell'Istituto Papa Giovanni XXIII. Le imprese interessate, però, dovranno far giungere le loro proposte entro e non oltre giorno 25.
Non sarà, ovviamente, quella la data che sancirà la fine dell' annosa e drammatica vicenda della struttura serrese, ma potrebbe certamente essere l'inizio di un percorso, forse anche breve, utile a portare la curia cosentina a cedere l'istituto. Va detto, peraltro, che nei termini della richiesta di manifestazione d'interesse, pubblicata, come anticipato dall'arcidiocesi cosentina, sul Sole 24ore di ieri, si chiarisce definitivamente che c'è la disponibilità, in via transitoria, di concedere in fitto le strutture e le stesse attività. Si concretizza così la volontà di monsignore Salvatore Nunnari che, dopo l'abbandono dell'oramai noto “progetto Lo Moro” da parte della Regione, ha dovuto riprendere in considerazione la strada della cessione del Papa Giovanni agli imprenditori privati. Una decisione quasi obbligata, vista l'impossibilità dichiarata da parte della massima istituzione regionale di rendere praticabile l'intervento pubblico nella complessa soluzione della vertenza. A questo punto lavoratori e organizzazioni sindacali attendono vigili di conoscere gli eventuali soggetti interessati all'acquisizione della struttura, con le preoccupazioni che ne conseguono. Una soluzione di questo tipo, infatti, potrebbe portare con sé almeno un paio di problemi serissimi per i dipendenti, che riguardano, nello specifico, l'enorme arretrato vantato per stipendi non riscossi (si parla mediamente di circa 40.000 euro a testa) e il mantenimento dei livelli occupazionali. Per quanto riguarda la prima questione, secondo le intenzioni della Fondazione, sulla quale continueranno a gravare i copiosi debiti, gli eventuali introiti che deriveranno dall'operazione di cessione saranno utilizzati per avviare una sorta di transazione con i creditori, dipendenti compresi. Un'operazione, evidentemente, ancora tutta da approfondire. In riferimento poi agli attuali livelli occupazionali appare quanto mai verosimile una riduzione dei posti di lavoro, con un'inevitabile conseguente produzione di esuberi per i quali bisognerà comunque e parallelamente trovare ricollocazione. Problemi seri, dunque, che comunque potranno essere affrontati solo dopo il 26 giugno, anche in relazione ai piani industriali che gli eventuali soggetti interessati a rilevare il Papa Giovanni dovranno presentare.

Commenti