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Scattano i sigilli alla foce del fiume Olivo. Sospetto di rifiuti tossici

FONTE Il Quotidiano della Calabria 24 maggio 2008, pag. 11 (Salvatore Muoio)

AMANTEA - Erano le prime ore dell'alba di ieri quando gli uomini del Nucleo Speciale del Comando Generale delle Capitanerie di Porto, di stanza in una località tenuta segreta, fuori della regione, con l'ausilio dei loro colleghi calabresi, hanno raggiunto il fiume Oliva e posto sotto sequestro un'area di circa seimila metri quadrati, sita nei pressi della foce del fiume, a non più di tre chilometri in linea d'aria dal mare. All'operazione, coordinata dal capitano di fregata Domenico Andrea Napoli, comandante della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia, hanno dato supporto anche alcuni militari dell'Arma.
La scena che si è presentata davanti agli automobilisti di passaggio sulla strada che da Campora San Giovanni porta verso Aiello Calabro e l'entroterra cosentino, è stata certamente di grande impatto. Duei posti di blocco, uno anord e l'altro a sud della stretta stradina sterrata che porta verso il letto del fiume, presidiati da almeno una ventina di uomini in tutta mimetica, incappucciati e armi in pugno, che hanno nella sostanza controllato ogni movimento si sia verificato nella zona. L'andatura imposta alle auto in viaggio, quasi a passo d'uomo, ha fatto comprendere chiaramente che l'operazione in corso non era sovrapponibile per qualità e soprattutto importanza a quanto si è verificato nei mesi passati con l'arrivo più o meno nello stesso territorio e in almeno due occasioni, del nucleo NBCR del Corpo dei Vigili del Fuoco. Uno spiegamento di forze piuttosto consistente, dunque, per un intervento disposto dalla procura della Repubblica di Paola e che discende dalla nota inchiesta che il sostituto procuratore, Francesco Greco, porta avanti da diversi mesi e che mira a chiarire se quell'area, situata a cavallo del territorio che interessa i comuni di Amantea, San Pietro in Amantea, Aiello Calabro e Serra d'Aiello, negli anni passati sia stata interessata da un illecito smaltimento di rifiuti speciali, inquinanti o addirittura tossici. Le operazioni di delimitazione della zona posta sotto sequestro e all'interno della quale è stato interdetto l'accesso, sono durate per tutta la mattinata. Pare che nelle stesse ore le attività di rilevamento di materiali e quant'altro siano continuate senza sosta. Ed è proprio questo lavoro di carotaggio e di analisi del letto del fiume che è al centro del lavoro degli esperti che, come dicevamo, dura da diversi mesi. L'area, anzi, è sotto osservazione da anni. In passato, proprio in quel territorio, era stata ipotizzata la sepoltura di fusti sospetti che sarebbero stati scaricati dalla motonave Jolly Rosso, spiaggiatasi, come si ricorderà, sulle coste di Amantea, nel dicembre del 1990, a seguito di una mareggiata. Un'inchiesta, tuttavia, oramai archiviata e che gli inquirenti chiariscono, non ha nulla a che vedere con le indagini attuali. In effetti dalle analisi effettuate finora i pericoli di un occultamento di sostanze radioattive sembrano essere del tutto scartati. Non sembra essere così invece, in riferimento ad alcuni elementi e materiali inquinanti ed eventualmente tossici che secondo le perizie ordinate dalla stessa procura paolana si troverebbero nell'area sotto esame in quantità superiore alla norma. Unfatto questo, peraltro, noto ai sindaci del comprensorio interessato, che in questi mesi hanno ricevuto comunicazione sui risultati delle ricerche. Ma per tornare alla cronaca di ieri, appare evidente che qualcosa di nuovo rispetto a quello che già l'opinione pubblica in qualche modo conosce, debba essersi verificato. Almeno unamodificazione nei ritmi enelle modalità dei rilevamenti sembra certa e in un certo senso confermata dallo stesso dottor Greco in una brevissima dichiarazione riportata dalle agenzie di stampa ieri mattina. "Stiamo lavorando a ritmo intenso - ha detto il pm - e vedremo cosa emergerà dagli accertamenti che verranno effettuati". Insomma si continua da indagare con rinnovato impegno, segno evidente che il sospetto che il percorso del fiume possa celare depositi di rifiuti speciali non è stato certamente fugato dai risultati delle analisi chimiche effettuate in questi mesi, anzi l'intervento massivo di ieri mattina fa pensare davvero il contrario. E' altrettanto palese, peraltro, che in nessun caso esistono pericoli correnti per la salute dei cittadini considerato che nessuna affermazione o intervento da parte delle autorità è stata registrata in tal senso. E tuttavia le indagini proseguiranno nelle prossime settimane a ritmo serrato e questa volta sotto l'attenta osservazione degli uomini della Capitaneria di Porto che, come si fa sapere dal comando di Vibo Valentia, continueranno a lavorare a disposizione della procura paolana fino a quando sarà ritenuto necessario e sarà possibile dare risposte definitive ai quesiti posti alla base della delicata indagine.

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