
Una lezione di legalità – aperta dal dirigente scolastico Mario Giannuzzi - che i giovanissimi studenti hanno seguito con interesse, ponendo al sostituto della Procura di Reggio Calabria una serie di domande sull’argomento.
Gratteri, nella sua spiegazione del fenomeno ‘ndrangheta, il cui condizionamento della società calabrese era stato già analizzato e raccontato dalla letteratura calabrese, ha parlato dei falsi valori della criminalità organizzata, contro i quali il miglior antidoto è rappresentato dalla cultura. La lotta alle mafie si combatte su più fronti, ma la Scuola – come è stato detto - deve essere in prima linea, educando ai valori della legalità. Per questo c’è bisogno, secondo Gratteri, che lo Stato investa di più in cultura.
L’analisi del magistrato si è soffermata poi sulla storia della ‘ndrangheta, e sul come il fenomeno criminoso si è evoluto e trasformato. A partire dal tempo in cui i grandi patriarchi gestivano solo estorsioni, guardianie, contrabbando e sequestri di persone; ad arrivare al cambio delle regole da parte delle nuove leve malavitose, con l’espansione del raggio d’azione, anche in stretto contatto con la massoneria deviata, che si tradurrà nel controllo degli appalti pubblici, del traffico di droga, dell’usura ecc.
Ma cosa si può fare – hanno chiesto i giovani studenti - per sconfiggere il fenomeno criminale? Per Nicola Gratteri non ci sono dubbi. La risposta sta nella certezza della pena e in un sistema giudiziario forte, che possa contare su leggi che consentano alla Magistratura, nel rispetto delle regole, di infliggere e far scontare, dopo sentenze definitive, le giuste pene agli ‘ndranghetisti.
Gratteri, nella sua spiegazione del fenomeno ‘ndrangheta, il cui condizionamento della società calabrese era stato già analizzato e raccontato dalla letteratura calabrese, ha parlato dei falsi valori della criminalità organizzata, contro i quali il miglior antidoto è rappresentato dalla cultura. La lotta alle mafie si combatte su più fronti, ma la Scuola – come è stato detto - deve essere in prima linea, educando ai valori della legalità. Per questo c’è bisogno, secondo Gratteri, che lo Stato investa di più in cultura.
L’analisi del magistrato si è soffermata poi sulla storia della ‘ndrangheta, e sul come il fenomeno criminoso si è evoluto e trasformato. A partire dal tempo in cui i grandi patriarchi gestivano solo estorsioni, guardianie, contrabbando e sequestri di persone; ad arrivare al cambio delle regole da parte delle nuove leve malavitose, con l’espansione del raggio d’azione, anche in stretto contatto con la massoneria deviata, che si tradurrà nel controllo degli appalti pubblici, del traffico di droga, dell’usura ecc.
Ma cosa si può fare – hanno chiesto i giovani studenti - per sconfiggere il fenomeno criminale? Per Nicola Gratteri non ci sono dubbi. La risposta sta nella certezza della pena e in un sistema giudiziario forte, che possa contare su leggi che consentano alla Magistratura, nel rispetto delle regole, di infliggere e far scontare, dopo sentenze definitive, le giuste pene agli ‘ndranghetisti.
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