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Il Rione milanese ha compiuto un secolo di vita. In fase di restauro le storiche case baraccate che diedero ospitalità a 70 famiglie terremotate.

Sono passati 100 anni da quando, il 27 ottobre del 1907, venne inaugurato il nuovo quartiere Milanese di località Patricello.
Quella giornata di fine ottobre, il comitato milanese pro Calabria consegnò al Comune di Aiello le 8 case baraccate costruite per dare un alloggio agli sfollati del terremoto dell’8 settembre di due anni prima. Il nuovo quartiere “dalle palazzine simmetriche, dalle strade ampie, con in mezzo una magnifica piazza”, così come lo ebbe a descrivere il giornalista Giovanni Solimena, avrebbe dato ospitalità a 70 famiglie senza tetto.
Da allora ne è passato di tempo. Quelle case si sono trasformate, ed hanno perso, con interventi successivi apportati dagli inquilini, le caratteristiche estetiche originarie. Nel 1998, come si ricorderà, la locale amministrazione, aveva approvato un progetto di recupero degli immobili. Ma già da allora, gli interessati alla ristrutturazione delle abitazioni che occupavano da diversi anni, non avevano dimostrato di voler lasciare di buon grado il proprio alloggio, soprattutto per le incertezze legate al successivo rapporto di possesso-locazione tra essi e l’ente proprietario. Così si perse del tempo prezioso. La situazione però si sbloccò, dopo anni di trattative, a metà 2006, quando si diede il via alla regolarizzazione dell’occupazione dei senza titolo, mediante la stipula di una scrittura privata dove si stabiliva l’assunzione di impegno, da parte dell’occupante, di restituire al comune l’immobile da recuperare; e da parte dell’ente di assegnare a ciascuno occupante – una volta verificati i requisiti soggettivi e reddituali previsti dalla legge regionale 32 del 1996 - l’immobile risanato, con verbale di consegna e contratto di locazione secondo i canoni previsti dalla vigente normativa in materia di edilizia economica e popolare in conformità ai criteri ed ai prezzi Aterp.
Ma a distanza di un secolo, il patrimonio abitativo ex ECA, che rappresenta un pezzo di storia urbana, in quale stato si trova? Da quanto ne sappiamo, dei cinque corpi di fabbrica rimanenti (ognuno dei quali si compone di 4 appartamenti), due strutture sono state già recuperate e nuovamente abitate; ed una terza è in fase avanzata di ristrutturazione. Da poco, invece, sono iniziati i lavori sul quarto fabbricato; mentre per il quinto passerà ancora un po’ di tempo.
Quando l'opera di recupero sarà finalmente portata a termine, si potrà magari rievocare quell'atto di grande solidarietà, alla presenza dei rappresentanti del comune di Milano, col quale, nel settembre 2005, in occasione del Centenario del terremoto, fu sottoscritto un patto di amicizia.

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