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Maggiore attenzione e rispetto per l’Ex Convento di San Francesco

AIELLO CALABRO – L’ex Convento degli Osservanti, appena fuori dal centro storico di Ajello, è certamente il monumento più artisticamente rilevante della cittadina.
Acquisito dalla Intendenza di Finanza nel 1892 per 600 lire, il complesso dell’ex Convento, era stato dapprima fondato in località Piano della Fontana negli anni ’70 del 1400 e poi, a seguito di movimento franoso di quella zona, ricostruito a partire dal 1735 dove si trova attualmente.
«Lo spettacolare patrimonio custodito nel plesso architettonico – riferisce il critico d’arte Gianfrancesco Solferino - parla eloquentemente, più di ogni altra testimonianza artistica, della grande storia di Ajello, dei fasti di un passato legato alla supremazia egemonica e alla ricca committenza di nobili casate. Le notevoli testimonianze di scultura '400esca napoletana, dell'arte rinascimentale toscana e dell'architettura barocca calabrese – aggiunge - ne fanno un autorevole esempio di eclettismo artistico pienamente fruibile nell'unitaria sintassi dell'opera».
Nel corso del XIX secolo, con la soppressione degli Ordini Religiosi del 1809, i locali dei Frati vennero abbandonati e demoliti assieme al Chiostro, mentre l’orto dei monaci fu trasformato, a partire dalla prima metà dell'800, in cimitero.
Ora, questo straordinario monumento - per il quale anni fa la stessa amministrazione comunale chiese, con tanto di delibera, il riconoscimento alla regione Calabria di sito di notevole interesse artistico – rischia di rovinarsi ulteriormente. Come se non bastassero l’umidità (che ne ha compromesso importanti parti architettoniche e distrutto nel corso degli anni un affresco del ‘500), nonché la penuria di mezzi finanziari che ne impediscono il completo restauro del luogo (che conserva peraltro l’effige della Madonna delle Grazie a cui gli aiellesi e non solo sono molto devoti), ci si mette anche il comune che, invece di spostare le tombe addossate alla muratura esterna della chiesa, sta permettendo nuove costruzioni. Eppure, nella passata consiliatura, individuate le tombe come causa di forti infiltrazioni di umidità alla parete interna della Chiesa (come si può notare dalla foto), si era deciso di rimuoverle progressivamente, e già qualcuna era stata demolita, con grande beneficio della struttura cultuale. Di recente, viceversa, l’incomprensibile e, a conti fatti, inopportuno cambio di politica del comune che avrebbe potuto far costruire nuovi loculi in altre zone del camposanto.
L’appello è quello di ripensarci. Crediamo che la sensibilità dimostrata anche di recente dalla attuale amministrazione comunale per le emergenze artistiche della cittadina (si veda per esempio l’attenzione verso San Giuliano) non possa essere a corrente alternata.

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